Referendum, Boschi: «Le Regioni ora pensino a depuratori e sanità»
19/04/2016 di Redazione
Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi non ha gradito il protrarsi dello scontro tra promotori e contrari al referendum sulle trivellazioni anche dopo il voto e invita oggi le Regioni a guardare oltre la consultazione elettorale. A sistemare i depuratori, ad esempio. O a sistemare le liste d’attesa nella sanità. Lo ha detto in un’intervista rilasciata a Maria Teresa Meli per Il Corriere della Sera:
A Emiliano dice che in Italia non c’è democrazia perché questa maggioranza è stata votata da meno gente di quanta abbia votato per il referendum.
«Capisco che chi perde un appuntamento elettorale o, come in questo caso, un referendum, cerchi mille interpretazioni per dimostrare che non ha perso. Vedo che Emiliano sta impiegando tutta la sua fantasia, però onestamente, la verità dei fatti è questa: si è votato per un referendum che riguardava un argomento specifico e che evidentemente non interessava alla maggioranza degli italiani. Il referendum non ha raggiunto il quorum nemmeno in Puglia, per cui, se dovesse valere il ragionamento di Emiliano, io mi preoccuperei per lui, come presidente di regione, visto che non ha il 50 più uno per cento nella sua terra. Comunque, questo non era un referendum sul governo, né un referendum politico. Lo abbiamo detto dall’inizio. Se adesso — finito il referendum — le regioni promotrici si occupassero di sistemare i depuratori e ridurre le liste d’attesa nella sanità penso che saremmo tutti più felici».
I referendari dicono che dovete tenere conto dei 13 milioni dei «Sì».
«È stato lo stesso Renzi a dire che si riparte tutti insieme tenendo conto anche degli italiani che hanno votato per il “sì” e credo che questo possa essere uno stimolo per noi per fare ancora di più in tema di strategia energetica sulle fonti alternative. Sapendo però che abbiamo una buonissima base di partenza, perché l’attività del governo è già incentrata sulle rinnovabili, tant’è vero che in questo campo abbiamo risultati addirittura superiori a quelli della Francia e della Germania. Domenica però non si votava su questo tema. Il referendum, checché ne dicano i promotori, non era sulle energie rinnovabili. Io il referendum l’ho interpretato così: volete o non volete continuare a garantire undicimila posti di lavoro? Questa è la ragione per cui abbiamo scelto di astenerci».
(Foto di copertina: ANSA / GIUSEPPE LAMI)