Referendum Turchia, i dubbi dell’Osce: «Due milioni e mezzo di schede sospette»
18/04/2017 di Gianmichele Laino
Mentre Donald Trump – unico leader occidentale – si è congratulato con il presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan per la vittoria nel referendum costituzionale sul rafforzamento dei suoi poteri, l’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, getta nuove ombre sul voto. Secondo le stime dell’organizzazione, infatti, sarebbero circa 2 milioni e mezzo le schede sospette, un dato che va ad alimentare le polemiche degli osservatori internazionali sulla correttezza della consultazione di sabato scorso.
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Il presidente turco, che ora concentrerà nelle sue mani anche i poteri del premier e potrebbe allungare il suo mandato fino al 2034, aveva condotto una campagna ampiamente favorevole alla riforma, ma il suo successo è stato decisamente risicato. La vittoria dei sì (il 51,4%) è stata in bilico fino all’ultimo momento.
Questa mattina, l’Osce – attraverso la deputata austriaca di origini turche Alev Konun, membro dell’organizzazione – ha fatto sapere che l’incertezza sulle schede non timbrate ufficialmente potrebbe assumere delle proporzioni molto vaste. La decisione della commissione elettorale suprema di Ankara (Ysk) di prenderle in considerazione, secondo Alev Konun, “non sarebbe in linea con gli standard democratici imposti dal Consiglio d’Europa”.
IL RICORSO DELLE OPPOSIZIONI SULL’ESITO DEL REFERENDUM IN TURCHIA
Oggi, per le 14.30, il principale partito di opposizione, i kemalisti di Chp, ha annunciato che presenterà un ricorso formale alla commissione elettorale suprema. Il partito, in un primo momento, aveva parlato di 1,5 milioni di schede non valide; un numero che, viste le dichiarazioni odierne dell’Osce, è stato di gran lunga superato dall’ultimo dato che parla di 2,5 milioni di schede sospette. Gli osservatori dell’organizzazione internazionale, in questi minuti, sarebbero in contatto proprio con la commissione elettorale dopo che, nelle scorse ore, non erano riusciti ad avere un confronto con chi ha diretto le operazioni di voto.
LA REPLICA DEL PREMIER YILDIRIM
Intanto, non si è fatta attendere la risposta delle autorità turche vicine a Erdogan. Il premier turco Binali Yildirim ha invitato le opposizioni a “rispettare l’esito del referendum”. Secondo il primo ministro, infatti, “le voci di irregolarità, alimentate principalmente dal Chp, sono tentativi inutili di oscurare i risultati”. Inoltre, Yildirim ha annunciato che Erdogan – non appena i risultati del voto verranno definitivamente ufficializzati – tornerà nuovamente a iscriversi all’Akp. Secondo la vecchia costituzione, infatti, il presidente aveva un ruolo super partes mentre, con le modifiche approvate dal referendum, questo aspetto verrebbe meno permettendo alla nuova figura istituzionale di rappresentare un partito politico specifico.
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