Comunali 2017, la brutta sconfitta del PD che Renzi non vuole ammettere
26/06/2017 di Andrea Mollica
Matteo Renzi ha commentato solo su Facebook, per il momento, il risultato delle comunali 2017. L’esito molto negativo dei ballottaggi è stato, come al solito, rimodulato a fini propagandistici. Un comportamento molto simile a quello del M5S, che esulta per una tornata elettorale invero piuttosto negativa. «I risultati delle amministrative 2017 sono a macchia di leopardo. Come accade quasi sempre per le amministrative. Nel numero totale di sindaci vittoriosi siamo avanti noi del PD, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché». Matteo Renzi, come Luigi Di Maio, riporta dati corretti, ma il giudizio politico che trae è errato.
RENZI NEGA LA SCONFITTA DEL PD
La flessione del Partito Democratico alle comunali 2017, come gli fanno notare su Facebook molti suoi sostenitori, è molto evidente: sono 37 le amministrazioni perse. Al Centronord i risultati del centrosinistra guidato dal PD sono pessimi. La sconfitta di Genova, la città più importante di queste amministrative insieme a Palermo, è molto grave. Il centrosinistra perde per la prima volta una città che amministrava ininterrottamente da diversi decenni. La Liguria in soli 2 anni cambia completamente indirizzo politico. Dopo la vittoria di Toti alle regionali 2015 sono cadute Savona, il capoluogo Genova e La Spezia, roccaforte della sinistra da sempre amministrata dal Pci e dai partiti suoi eredi. Nel vicino Piemonte il PD perde ad Alessandria, dopo esser rimasto escluso dal ballottaggio di Asti. In Lombardia il bilancio è drammatico, e Renzi fa davvero sorridere quando rimarca il successo di Cernusco sul Naviglio, come se pareggiasse la sconfitta in tre comuni capoluogo: Monza, la terza città della regione per popolazione, Como e Lodi del suo braccio destro Lorenzo Guerini. La caduta di Sesto San Giovanni è storica: per la prima volta dal dopoguerra sarà governata dal centrodestra la città più popolosa dell’area metropolitana di Milano, chiamata la Stalingrado d’Italia per la forza elettorale della sinistra. Nelle rimanenti città lombarde le sconfitte del centrosinistra sono numerose. L’avanzata del 2012 si è quasi completamente dissolta.
GUIDA ALLA SCONFITTA DEL PD ALLE COMUNALI DEFINITA DA RENZI A MACCHIE DI LEOPARDO
Più positiva invece la situazione in Veneto: a Verona l’appoggio alla compagna di Tosi ha aumentato l’amarezza per la vittoria del centrodestra, ma a Padova il PD riesce a strappare una delle città più importanti amministrate dalla Lega Nord. In Emilia ci sono diversi comuni storicamente di sinistra persi al ballottaggio, come Budrio e Vignola, mentre a Parma Pizzarotti ha vinto facilmente contro il partito di Renzi. Nella regione storicamente più forte il PD perde in tutti i ballottaggi, come successo anche a Piacenza e Riccione. In Toscana il bilancio non è disastroso solo per i 300 voti che hanno permesso al PD di mantenere Lucca: a Carrara vince il M5S, a Pistoia, altra roccaforte di sinistra, vince il centrodestra. Nel Lazio Rieti va al centrodestra dopo Frosinone, e il PD perde anche a L’Aquila, subendo forse la sconfitta più imprevista di questa tornata amministrativa. Il centrosinistra trova un po’ di conforto solo al Sud, l’area dove aveva subito la sconfitta più netta al referendum. L’unico capoluogo di regione andato al voto, Catanzaro, è vinto dal centrodestra, ma Taranto e Lecce sono i risultati più brillanti che permettono a Renzi di definire, con molta immaginazione, una sconfitta così chiara un risultato a macchia di leopardo.
Foto copertina: ANSA/ANGELO CARCONI