Lo scivolone della comunicazione Pd su Facebook su Renzi e i migranti
07/07/2017 di Redazione
Oggi Matteo Renzi ha rotto con il buonismo sui migranti. Il segretario del PD, ha diffuso alcune anticipazioni del suo nuovo libro “Avanti” su Democratica, il nuovo giornale online del partito. Anticipazioni che sono state erroneamente diffuse anche dal Partito Democratico su Facebook. Il post – molto duro sull’accoglienza ai migranti – è stato cancellato nel giro di pochi secondi. Non abbastanza velocemente però per non esser immortalato da Giuseppe Civati, ex democratico, che chiosa così sui social: “Diffidate delle imitazioni, mi raccomando. Anche l’altro si chiama Matteo. (Salvini ndr)”
Qualcosa nella comunicazione Pd, ultimamente, non sta funzionando benissimo.
COSA DICE RENZI SUI MIGRANTI
In “Avanti” Renzi propone un nuovo messaggio, molto meno progressista, sull’immigrazione. Matteo Renzi rimarca come occorra «uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi. Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico. Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro».
Nel suo libro “Avanti”, che uscirà la prossima settimana ma di cui Democratica offre un’ampia anticipazione sul tema immigrazione, è circostanzia la proposta di numero chiuso avanzata questa mattina nella rassegna stampa su Facebook. «Se qualcuno rischia di affogare in mare è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Cominciando, nel contempo, a bloccare lo squallido business delle partenze e il racket che gestisce il flusso dei disperati che si accalcano su un gommone nelle notti libiche alla volta dell’Europa. Ma non possiamo accoglierli tutti noi. E aver accettato i due regolamenti di Dublino, come hanno fatto gli esecutivi italiani del 2003 e del 2013, è stato un errore clamoroso».
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Ma per Renzi i migranti «vanno aiutati a casa loro. Perché l’immigrazione indiscriminata è un rischio che non possiamo correre. Sostenere la necessità di controllare le frontiere non è un atto razzista, ma un dovere politico. Ed è evidente che occorre stabilire un tetto massimo di migranti, un ‘numero chiuso’, che, in relazione alle capacità del sistema paese di valorizzare e integrare in maniera diffusa, nel rispetto della sicurezza e della legalità, consenta un’accoglienza positiva e sostenibile. Il tutto, naturalmente, ribadendo la necessità che la responsabilità dell’accoglienza sia equamente condivisa con gli altri stati europei. Perché un eccesso di immigrazione non fa bene a nessuno».
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Per segretario del Pd, «il controllo dell’immigrazione non è un atto di razzismo, ma di ragionevolezza”. Un “elemento di semplice buon senso che cozza con il buonismo filosofico e con l’utilitarismo universalista di certa classe dirigente e dei raffinati ‘ceti riflessivi’ di alcune redazioni».
—– Più tardi Renzi stesso è intervenuto sui social con un lungo post —–
Questo significa “Aiutiamoli a casa loro”: non è retorica ma è un progetto articolato, complessivo. E comprende un piano per l’Africa, la battaglia per i fondi europei, cambiare il regolamento di Dublino che risale al 2003, la necessità di salvare tutti ma l’impossibilità di accoglierli tutti in una sola nazione, lo ius soli.
Sono argomenti seri, delicati, difficili.
Ho dedicato giorni a scrivere pagine sofferte e quando ero al Governo ho passato notti a fare scelte sofferte
Foto copertina: ANSA/UFFICIO STAMPA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO-TIBERIO BARCHIELLI