Rimborso pensioni: in arrivo 800 euro per gli assegni da 1500
25/06/2015 di Redazione
Pensioni. 800 euro al mese di rimborso per un pensionato che può contare su un assegno da 1.500 euro mensili con una maggiorazione di quasi 42 euro al mese a partire dal 2016. Questo in sostanza il contenuto della circolare Inps che riporta le istruzioni dell’articolo 1 del decreto 65 con cui il governo Renzi ha messo una toppa dopo la sentenza della Consulta che ha definito incostituzionale il blocco dell’indicizzazione per gli assegni superiori a tre volte il minimo voluta dall’esecutivo di Mario Monti.
PENSIONI, COME FUNZIONA IL RIMBORSO
Il recupero dei soldi congelati è esteso inoltre agli eredi dei pensionati interessati che dovranno presentare una domanda apposita ed alle pensioni «che al momento della lavorazione risulteranno eliminate. Il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a domanda nei limiti della prescrizione». Secondo il nuovo decreto la rivalutazione è riconosciuta per il periodo 2013 e 2013 al 100 per cento fino a tre volte il minimo Inps. Successivamente cala fino al 40 per cento fino a quattro volte, al 20 per cento fino al cinque, al 10 per cento fino al sei fino ad azzerarsi sopra questa soglia.
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PENSIONI, IL TESTO DELLA CIRCOLARE INPS
L’incremento per il primo biennio costituisce la base di calcolo per gli anni successivi. Il meccanismo, invero abbastanza complesso, è spiegato dall’Inps:
«Pertanto, alle pensioni il cui importo è superiore a tre volte il trattamento minimo verrà attribuita la percentuale di perequazione prevista per il 2012 (pari al 2,7 per cento) nella misura del 20% del 40% fino a quattro volte il minimo (1.500-2.000 euro circa), del 20% del 20% fino a cinque volte (2.000-2.500 euro circa) e del 20% del 10% fino a sei volte (2.500-3.000 euro circa). Pertanto, alle pensioni il cui importo è superiore a tre volte il trattamento minimo verrà attribuita la percentuale di perequazione prevista per il 2012 (pari al 2,7 per cento) nella misura del 20% del 40% fino a quattro volte il minimo (1.500-2.000 euro circa), del 20% del 20% fino a cinque volte (2.000-2.500 euro circa) e del 20% del 10% fino a sei volte (2.500-3.000 euro circa). Nella stessa misura verrà attribuita alle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo la percentuale di perequazione prevista per il 2013, pari al 3 per cento”. In base a questi nuovi incrementi si determina il valore del rimborso e il nuovo assegno pensionistico, che vale da agosto 2014 a fine anno. Dall’anno prossimo, le percentuali di perequazione vengono incrementate nella misura del 50% del 40% fino a quattro volte il minimo, del 50% del 20% fino a cinque volte e del 50% del 10% fino a sei volte»
PENSIONI, IL RIMBORSO NEL 2015 E L’AUMENTO NEL 2016 –
L’Inps ha proposto un caso in cui riporta l’esperienza di un pensionato che gode di un assegno compreso tra tre e quattro volte il minimo di 1.500 che determina un rimborso una tantum di 796 euro nell’assegno di agosto, poi la base della pensione diventa di 1.525 euro mensili da agosto 2015 e quindi di 1.541 euro da gennaio 2016. La classe individuata è la più popolosa degli aventi diritto a rimborso, oltre la metà del totale: tra tre e quattro volte il minimo, nel 2011, c’erano 2 milioni di pensionati, su un totale di circa 3,8 milioni di pensionati che si collocano tra le tre e le sei volte il minimo (quelli che percepiscono rimborsi). Infine quanto riguarda il pagamento l’Inps specifica che «la ricostituzione dei trattamenti pensionistici si provvede d’ufficio”. Quanto alla data di pagamento, gli arretrati sono corrisposti il 1° agosto 2015. Sono però da tassare, come ha specificato il decreto, con il regime della tassazione». (Photocredit copertina JEAN-SEBASTIEN EVRARD/AFP/Getty Images)