Roberto Berardi: un caso internazionale dimenticato che l’Italia non sa risolvere

10/02/2014 di Mazzetta

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L’INCUBO – Le cose però non sono andate come previsto, sia perché quando la mamma di Teodorin ha concesso all’azienda due appalti il figlio è passato immediatamente a incassare gli anticipi in conto dei futuri utili. Poi sono decisamente peggiorate quando Eloba è entrata nel mirino della giustizia internazionale in quanto è risultata veicolo di pagamenti e acquisti di Teodorin. Dai conti di Eloba è uscito ad esempio più di un milione di dollari per comprare memorabilia di Michael Jackson. Denari che sono finiti tracciati dagli inquirenti americani e che fluivano dalle casse di Eloba per scopi che ben poco avevano a che fare con l’attività sociale di Eloba, che a un certo punto per Teodorin a quel punto è diventato più di un imbarazzo. Finisce così che Berardi è accusato di aver sottratto fondi all’impresa, quando invece pare da diverse testimonianze che ce ne abbia messi e rimessi e i tribunali del paese lo hanno condannato a più di due anni di detenzione. A quel punto sono letteralmente fuggiti dal paese, dipendenti e collaboratori italiani e stranieri dell’impresa, che  non hanno mai ricevuto le retribuzioni che già avevano maturato, segno evidente che Teodorin non aveva alcun interesse a mantenere in vita l’Eloba, che infatti è sparita mentre Berardi finiva inghiottito dalla prigione di Bata.

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BERARDI RISCHIA LA VITA – Prigione che non è un bel posto e così in pochi mesi Berardi ha perso 40 chili e non se l’è passata bene, come dimostrano le ultime immagini di sé che è riuscito a registrare con un cellulare. Gli sforzi di perenti, amici ed ex dipendenti nel corso dei mesi sono riusciti a strappare l’attenzione dei media e della politica, ma senza risultato. Le interrogazioni parlamentari si sono spente sulle rassicurazioni di rito di Bonino, mentre la situazione di Berardi peggiorava e insieme ai maltrattamenti gli toccava anche la malaria. Purtroppo pare che il nostro governo non abbia grande interesse a fare pressione su Teodoro, che al contrario del figlio ama il profilo basso e che nemmeno abbia pensato di chiedere la collaborazione dell’Unione Europea o semplicemente fare la voce grossa contro una delle peggiori dittature del pianeta, una grande democrazia con 60 milioni d’abitanti tiene le orecchie basse persino con la piccola Guinea Equatoriale di Teodoro. Peggio ancora il Vaticano, che non lo vuole disturbare e che peraltro non ha alcuna difficoltà a riceverlo in udienza papale e gratificarlo agli occhi delle opinioni pubbliche.

LA DINAMICA DELL’INGANNO – In questi giorni gli inquirenti americani sono in Spagna a raccogliere la testimonianza di  José Ramón Alfonsel e di sua moglie Angelines, una coppia sulla sessantina che ha lavorato per Eloba e come gli altri è rimpatriata quando tutto è andato male, perdendo 74.000 euro di onorari. La coppia ha spiegato a El Pais di essere stata ingannata, al pari di Berardi e degli altri lavoratori, e che tutti loro sono stati arruolati semplicemente nel tentativo di coprire il fatto che attraverso Eloba era uno schermo per il riciclaggio del denaro frutto di corruzione e saccheggio della cosa pubblica. La società aveva conti correnti aperti fin da anni prima dell’arrivo di Berardi, che ovviamente è stato tenuto all’oscuro di tutto e che quando ha chiesto lumi perché le inchieste contro Teodorin ed Eloba sono diventate notizie, è finito in galera.

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