Roberto Berardi: un caso internazionale dimenticato che l’Italia non sa risolvere

10/02/2014 di Mazzetta

Obiang Nguema villa di Malibu
Obiang Nguema villa di Malibu

UN TESTIMONE SCOMODO – Berardi a questo punto è un testimone a carico contro Teodorin e la sua testimonianza interessa molti sia ai francesi che agli americani. Ed è bene tener presente anche che i procedimenti contro Teodorin sono ancora in corso e che i suoi avvocati staranno cercando di difendere e recuperare il patrimonio sequestrato, bloccare un testimone può avere senso. Bloccarlo nella prigione di Bata per di più mette in discussione la sua stessa sopravvivenza, perché Berardi non è nemmeno a metà della pena ed è già al lumicino, le foto del prima e dopo la cura non lasciano dubbi. Nulla esclude poi che a fine pena Berardi possa essere trattenuto ancora, anche se di recente pare gli abbiano ventilato l’idea di una liberazione in cambio di un’assunzione di responsabilità. L’assedio dei procuratori stranieri è una seccatura per il regime, ma pare un’idea un po’ troppo ingenua quella che un foglio firmato da un Berardi messo così possa avere valore per la giustizia francese o per quella americana.

UN REGIME FORTE – C’è da sperare che si tratti di un segno di cedimento del regime, le speranze sono che il vecchio Teodoro non apprezzi il troppo rumore e che intervenga per chiudere la vicenda, l’ipotesi che qualche cancelleria faccia la voce grossa e lo indichi al ludibrio internazionale,  non sembra contemplata. Figurarsi l’idea che qualcuno lo minacci, non ci pensa nessuno, anche se militarmente la Guinea Equatoriale è decisamente scarsa. Negli anni scorsi ha sventato un golpe organizzato con qualche decina di mercenari perché li ha arrestati Mugabe in Zimbabwe, mentre più tardi due barche di pirati del Golfo di Guinea sono sbarcati e hanno quasi raggiunto il palazzo presidenziale prima di decidere di tornare indietro con quello che hanno razziato.

UN REGIME DEBOLE – Teodoro può contare solo sulla sua polizia e sulla guardia presidenziale, che si dice composta di mercenari marocchini, niente che possa inquietare nemmeno il più scarso degli esportatori di democrazia. Considerazione da non intendersi come auspicio di un intervento armato, ma come constatazione di come certi vuoti di democrazia, all’apparenza colmabili senza nessuno sforzo, manchino d’attirare l’attenzione sia delle coalizioni dei volenterosi che di singoli campioni della democrazia come la Francia, che gestisce la moneta del paese, o come gli Stati Uniti, che con la EXXON fanno la parte del leone nell’estrazione petrolifera. Evidentemente un regime change non è in programma. I nostri diplomatici e i nostri parlamentari evitano anzi di fare riferimento sia alla vicenda di Eloba («Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria»), non si sa mai che i due Teodoro la prendano male e allora addio Berardi.

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