Roma, si dimettono il capo di gabinetto Raineri e l’assessore al bilancio Minenna
01/09/2016 di Redazione
Tegola per il sindaco di Roma Virginia Raggi. A meno di due mesi dal giuramento della nuova assemblea capitolina il capo di gabinetto di Roma Capitale, Carla Raineri, e l’assessore al Bilancio Marcello Minenna, hanno rassegnato ieri le proprie dimissioni. La decisione di Minenna sarebbe avvenuta dopo la scelta della Raggi di revocare la nomina di Raineri, da lui indicata. L’assessore al Bilancio aveva già ventilato questa possibilità, nei giorni scorsi, di fronte ai dubbi della Raggi sulla nomina (contestata dall’opposizione perché effettuata a chiamata diretta). Minenna aveva più volte dichiarato di aver scelto di rimanere a lavorare con la Giunta pentastellata dopo la fine della fase commissariale in virtù della delega piena su dicastero e nomine riconosciutagli dal primo cittadino.
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RAGGI SU FB: «LA NOMINA DI RAINERI VA RIVISTA»
Della nomina di Raineri ha anche parlato direttamente il sindaco. L’ordinanza sarà predisposta dopo un parere dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione. Su Facebook il primo cittadino ha scritto:
Trasparenza. È uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un parere all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, su tutte le nomine fatte finora dalla Giunta. Una richiesta per garantire il massimo della trasparenza: il “palazzo” deve essere di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere cosa accade dentro. Questo è il M5S.
Dunque, la decisione di rivedere la nomina della Raineri:
Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all’ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della Dott.ssa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista in quanto “la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l’articolo 90 TUEL” e “l’applicazione, al caso di specie, dell’articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria”. Ne prendiamo atto.
Conseguentemente, sarà predisposta l’ordinanza di revoca.
All’articolo 110 del Tuel (Testo Unico degli Enti Locali), quello applicato impropriamente, si legge:
Lo statuto può prevedere che la copertura dei posti di responsabili dei servizi o degli uffici, di qualifiche dirigenziali o di alta specializzazione, possa avvenire mediante contratto a tempo determinato. Per i posti di qualifica dirigenziale, il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi definisce la quota degli stessi attribuibile mediante contratti a tempo determinato, comunque in misura non superiore al 30 per cento dei posti istituiti nella dotazione organica della medesima qualifica e, comunque, per almeno una unità. Fermi restando i requisiti richiesti per la qualifica da ricoprire, gli incarichi a contratto di cui al presente comma sono conferiti previa selezione pubblica volta ad accertare, in capo ai soggetti interessati, il possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità nelle materie oggetto dell’incarico.
Va notato che l’articolo 110 parla di «selezione pubblica», che nel caso della Raineri non c’è stata, essendo stato il capo di gabinetto scelto a chiamata diretta. L’articolo 110, inoltre, consente di bypassare il tetto salariale di un normale dirigente, passando ad un’indennità ad personam. Con l’applicazione dell’articolo 90 non sarebbe stato possibile arrivare ai 193mila euro di compenso per Raineri.
(Foto di copertina: ANSA / ANGELO CARCONI)