Saccomanni, il mero esecutore (quando je pare)
09/01/2014 di Alessandro D'Amato
Probabilmente ha ragione il ministro Fabrizio Saccomanni quando scarica sul responsabile dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza la questione degli scatti degli insegnanti che il dicastero di via XX Settembre ha chiesto indietro, facendo poi dietrofront. Se la comunicazione è arrivata tra Natale e Capodanno, come afferma la Carrozza, questo non giustifica il fatto che sia stata ignorata fino a quando il caso non è stato portato in Parlamento dal MoVimento 5 Stelle. E il ministro dovrebbe accettare il fatto che tra Natale e Capodanno ci sono giorni in cui la gente, perfino, lavora. E chi dorme non ha giustificazioni.
Ma Saccomanni dovrebbe anche ricordarsi che la storia del “mero esecutore” con cui lui si è giustificato non regge per niente. Un mero esecutore non polemizza con l’Istat dicendo che l’istituto sbaglia i conti sulla crescita, né va a fare il simpatico a Domenica In spiegando al mondo che la fine del tunnel è vicina. Un mero esecutore esegue, Saccomanni si gioca il suo ruolo politico in quello che rimane un governo politico, anche se ha un tecnico all’Economia.
Saccomanni, insomma, è mero esecutore quando si tratta di chiedere indietro 150 euro agli insegnanti nei giorni pari, simpatico protagonista della politica degli annunci tanto cara all’illustre predecessore locato a Sondrio nei giorni dispari. Un po’ troppo facile così. Così come era tanto facile quando Bankitalia spiegava dall’alto del suo ufficio studi quello che un governo avrebbe dovuto fare, mentre quando le sue punte di diamante finiscono dove vogliono finire vengono colpiti dal blocco dello scrittore di leggi. Questo paese ha bisogno di persone che si prendano delle responsabilità. Chi, come a Norimberga, dice che “eseguiva gli ordini” può anche tornare a casa.
(credits immagine di copertina: . ANSA/ DANIELE MASCOLO)