Vertice Salvini-Berlusconi-Meloni: «Uniti per il No»
19/10/2016 di Redazione
Era saltato la scorsa settimana tra le picconate e le provocazioni leghiste, ma alla fine il nuovo vertice dei tre leader del centrodestra, il leghista Matteo Salvini, il presidente di FI Silvio Berlusconi e la numero uno di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni si è tenuto questa mattina. A riavvicinare le posizioni anche la scelta del Cav di ribadire il suo NO al referendum costituzionale, nel corso di un intervento sul Tg5, dopo le ombre sollevate dallo stesso leader del Carroccio (“Silvio con noi? In troppi attorno a lui votano Sì“).
BERLUSCONI-SALVINI-MELONI, NUOVO VERTICE
Il nuovo vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni è stato confermato da una nota:
Berlusconi, Salvini e Meloni “hanno ribadito la ferma opposizione di tutto il centro-destra a un progetto di riforma che non risolverebbe nessuno dei problemi del Paese, né in termini di efficienza né di contenimento dei costi, mentre produrrebbe un preoccupante deficit di democrazia limitando la possibilità di espressione di voto degli italiani e determinando il serio rischio di consegnare ad una ristretta minoranza di sinistra il controllo dell’esecutivo e degli organi di garanzia. La prova referendaria ha anche un indubbio valore politico, poiché attraverso di essa il Presidente del Consiglio, il terzo premier consecutivo non eletto dagli italiani, cerca una legittimazione che non merita, visti i fallimenti del suo governo in ogni settore, dall’economia all’occupazione, dalla politica internazionale alla sicurezza dei cittadini, al contrasto all’immigrazione clandestina”.
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SALVINI BERLUSCONI MELONI, INIZIATIVE CONGIUNTE PER IL NO
Il centrodestra spiega di voler organizzare iniziative congiunte in vista del passaggio decisivo del 4 dicembre, il voto del referendum:
“Daranno vita sul territorio ad iniziative coordinate o congiunte, in modo da raggiungere in modo capillare gli italiani”. I leader del centrodestra hanno convenuto anche “sulla necessità di dare vita, dopo la vittoria del NO, ad una nuova fase costituente per una riforma che, realizzi alcuni obbiettivi fondamentali: elezione diretta del Capo dello Stato, un vero federalismo, il dimezzamento del numero dei parlamentari e del loro costo. Il comune obbiettivo è quello di proporre un’alternativa credibile alla riforma di Renzi, mal scritta e pericolosa per la democrazia, ma anche un’alternativa di governo in grado di assicurare la stabilità, e che sia all’altezza delle esigenze del Paese in uno scenario mondiale che si fa sempre più preoccupante