Saronno: Laura Taroni e quell’iPhone preso pochi minuti dopo il funerale del marito
01/12/2016 di Redazione
Impossibile non sapere. Impossibile non capire che nel cosiddetto “protocollo Cazzaniga” c’era qualcosa che non quadrava. I pm fanno luce anche sui colleghi del medico e dell’infermiera killer di Saronno. Una dottoressa minacciò di «far scoppiare un casino». E l’ospedale di Saronno bandì un concorso che pare ritagliato sulla sua assunzione.
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Del caso ne parla il Corriere della Sera, in un pezzo a firma di Cesare Giuzzi e Roberto Rotondo:
«L’idraulico liquido non ha fatto una cippa. Gliel’ho buttato su apposta». L’infermiera Laura Taroni versava il liquido sgorgante sui pomodori
della zia Irma, anziana e sordomuta. C’era anche lei nell’elenco dei morituri, insieme al cugino Davide, al nonno Angelo e alla madre Maria Cristina Clerici, che oggi è tra le morti sospette della coppia di amanti. E con loro ci sono altri tre pazienti dell’ospedale di
Saronno ai quali l’anestesista avrebbe praticato il «protocollo Cazzaniga», un cocktail di farmaci per indurre la morte.
Insieme a nuove morti sospette, spunta l’ombra di un bando creato ad arte per assumere una dottoressa che minacciava di denunciare tutto ai carabinieri. Raccontare che nel pronto soccorso i malati più gravi venivano uccisi dall’Angelo della morte, da Leonardo Cazzaniga, il medico che si credeva dio. Tutto avviene alla fine di agosto di un anno fa. Una degli indagati, la dottoressa Simona Sangion, si sfoga al telefono con il primario Nicola Scoppetta per il quale il gip ha negato i domiciliari (i pm hanno fatto ricorso al Riesame). «Se io il 24 settembre però non ho un lavoro, io faccio scoppiare un casino! E ho le carte in mano per farlo scoppiare davvero perché adesso sono veramente stanca di essere presa per il c…». A scatenare la rabbia è la scoperta che il suo nome è stato cancellato dal piano turni dell’ospedale perché il suo contratto è in scadenza. La storia è raccontata nella richiesta di misure cautelari firmata dai magistrati Maria Cristina Ria e Gian Luigi Fontana.
La dottoressa Sangion è indagata per falso ideologico in atto pubblico perché sospettata di aver aiutato Laura Taroni a falsificare le analisi del sangue del marito. Quando riceve l’avviso di garanzia, il primario Nicola Scoppetta le suggerisce la linea difensiva da tenere durante l’interrogatorio: «Succede che si faccia una cortesia a un collega e quindi si faccia degli esami al marito anche se non è presente».
Ma la donna è furibonda e rivela che se i vertici ospedalieri non l’aiuteranno avviserà «i parenti dei pazienti morti che un medico del reparto li ha ammazzati». L’interrogatorio è fissato per l’11 giugno 2015. Due giorni prima l’azienda si muove e la rassicura. Il direttore di presidio Paolo Valentini le manifesta l’intenzione di assumerla, nonostante l’avviso di garanzia. Il primario Scoppetta la chiama dopo il
colloquio: «Stiamo preparando il bando di concorso per rinnovarti l’incarico». Eppure il tempo passa e il 21 agosto la dottoressa torna alla carica. A ottobre viene organizzato un concorso ad hoc, e lei viene assunta
Il caso non è oggetto di contestazione penale ma, spiega il Corriere, regala un quadro utile per capire la situazione nell’ospedale in cui lavoravano Cazzaniga e Taroni. Quest’ultima – secondo quanto riporta il quotidiano – due ore prima del funerale del marito ha trasferito
sulla sua carta di credito 2 mila euro dal conto del suocero morto.
È il 2 luglio 2013 e alle 16.54, pochi minuti dopo che la bara di Massimo Guerra esca dalla chiesa parrocchiale, lei acquista sul sito Apple un telefonino iPhone 4s. È l’ultimo di una serie di «regali» che si è concessa: c’è anche un altro smartphone
(675 euro) e un iPad (579). «Può considerarsi un dato di fatto che il giorno dei funerali del marito — scrivono i pm —, Laura Taroni si occupava di sottrarre somme dal contro corrente del suocero ed effettuava l’acquisto online di un costoso bene voluttuario».
Che la donna non provasse dolore per la morte del marito, è lei stessa a raccontarlo al figlio di 11 anni. È sempre lei a confidare alla domestica che Massimo Guerra meritasse «quello che ha avuto» (…) L’idea di liberarsi anche dei due figli la sfiora in molte conversazioni con il suo amante: «Ho detto che potrei ucciderli per te. Sei l’uomo più importante del mondo»
(in copertina Laura Taroni, in una foto dal suo profilo Facebook. Insieme all’amante Leonardo Cazzaniga, è stata arrestata dai carabinieri di Saronno il 29 novembre 2016. foto ANSA)