Tutto quello che avreste voluto sapere su Roberto Saviano. E non avete mai chiesto

I NOMI CI SONO – “Guai anzi non si sapessero: altrimenti, che razza di rispetto ti portano”. E allora Saviano non ha fatto niente ? “No, Saviano ha tutto il mio di rispetto perché è stato furbo”. Furbo, addirittura, qui è tutto un bue che spia le corna agli asini. “Furbo, sissignore. La vedi quella montagna di giornali vecchi lì ?”. Non la vedo, non vedo più niente ora perché so che sto per imparare un’altra cosa.Quelli lì sono i cosiddetti fogli di camorra. I giornali locali di cronaca, va. Quelli li comprano tutti quanti, specie nel Sistema, perché riportano fedelmente tutte le spiate dal sottosuolo”. Oddio, ‘st’intellettuali e il loro amato trash. “Le veline di camorristi, camorristi veri, camorristi spie. Saviano che ha fatto ? Ha preso tutta questa merda si ma secca, senza sostanza. In bianco e nero. E l’ha ricacata facendone di tutti i colori”. Insomma, un furbacchione, il solito napoletano. “Mica lo dico io. Magari lo dice la famiglia di Annalisa Durante che hanno protestato invano sul fatteriello del cellulare fatto suonare apposta mentre la interravano. Che quelli, una cosa pulita gli era rimasta di tutto quell’inutile sangue, ed erano state le esequie. Esequie serie, senza le buffonate. Ed invece per tutta l’Italia, grazie a Saviano, è andata così. Dei cinesi morti nel porto, chissenefotte e le altre invenzioni va bene. Il problema però è un altro. Non era un giornalista, non era un cronista, nessuno se lo ricorda nei mille posti dove dice sia stato. A Napoli la stampa locale, che lui da casa ha attinto, si è autoribattezzata “Siamo tutti Saviano”, intendendo proprio alla lettera, che sono tutti coautori di Gomorra. Piglia la prima edizione del libro e le successive: l’ufficio legale della Mondadori ha dovuto apportare più fonti lui che la Madonna a Lourdes. E’ un continuo di riattribuzioni a questo o quel collega sconosciuto”. Ha copiato i poveri consuma suole locali. Siani era uno di loro. “Risarciteci tutti” continua lo slogan.  In fondo è colpa sua, di Roberto. Dico io, copiare va bene. Ma almeno non disprezzare chi hai sfruttato chiamandoli appunto house organ dei boss. “Rubati e mazziati”

VUOI TROPPO – Mamma mia, il vittimismo. A’ scorta, a’ scorta, quello vive con una scorta, come lo devo dire. “Sai come l’ha avuta ? Perché un avvocato dei Casalesi ha usato la legge di Berlusconi, la suspicione, facendo il suo di nome in aula perché giustamente
 se sta già scritto che sei colpevole su di un Vangelo nazionale non puoi difenderti da tutto un ambiente e..“. Giustamente ? “Se una cosa è giusta, rimane giusta pure se la dice un avvocato”. Giusto. “Ma la scorta non esiste se non nell’euforia per Roberto nazionale di cui lui stesso è schiavo. La scorta è la continuazione del marketing virale di quel fenomeno con altri e definitivi mezzi. Gomorra alla fin fine è una fiction senza rischi perché fatta di dejavù. Una rivoluzione fatta in pigiama. E’ come se all’autore del Padrino davvero potesse attentare la famiglia Corleone e perché li ha resi celebri”. Adesso si chiederà pure, per quest’euforia chi paga mo’. “Tra l’altro, non puoi neanche tirare più di tanto la corda con lui”. Sta a vedere che adesso il mafioso è proprio lui. “Che c’entra, è tutto legalizzato. E’ che da quando fa lui le recensioni sulla grande stampa dei libri che escono nella sua materia, una riga sua ti può cambiar la vita. La vita, mo’. La carriera. Rubati e mazziati e ricattati”. Insomma, non è una persona sconosciuta, non è un simbolo, non è neanche scemo ma che sia pure una brava persona mo’…”Vuoi troppo”.

Share this article