Sbarchi migranti, Renzi risponde alla Bonino. Ma parla di una cosa diversa
07/07/2017 di Donato De Sena
Non accenna a placarsi il dibattito sull’emergenza migranti, acceso negli ultimi giorni dalle affermazioni di Emma Bonino, che in un’intervista rilasciata all’assemblea di Confartigianato Brescia (e in altri successivi interventi) ha spiegato come sia stata l’Italia «nel 2014-2016 con le operazioni Triton e Sophia a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti da noi, anche violando Dublino».
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SBARCHI MIGRANTI, RENZI: EMERGENZA DIPENDE DA DUBLINO
Oggi sul punto è intervenuto anche l’ex premier Matteo Renzi, ora accusato da alcuni giornali e da una parte dell’opposizione, di aver raggiunto accordi contro l’interesse del Paese. Il segretario Pd ha negato responsabilità sue o dei suoi governi e indicato le difficoltà a gestire l’emergenza sbarchi nel regolamento di Dublino (approvato per la prima volta nel 2003 e poi aggiornato più volte, l’ultima nel 2013) che stabilisce come la richiesta di protezione internazionale di un profugo spetti allo Stato di primo ingresso. «Questa posizione dell’Europa, ho visto anche il dibattito di Emma Bonino – ha detto stamane Renzi nel corso della sua diretta Facebook ‘Ore Nove’ – non dipende da una scelta dell’ultimo governo ma da un regolamento, quello di Dublino, modificato e reso forte nel 2013. In quella fase si decide che chi arriva in Europa ha il diritto dovere di essere in qualche modo accolto e gestito dai singoli Paesi di primo approdo. Non abbiamo deciso di spalancare le porte, ma di seguire le regole europee. Nel 2015 abbiamo fatto un accordo per cui anche gli altri Paesi Europei potessero farsi carico dei migranti, ma è rimasto sulla carta». «Nel 2013 – ha continuato l’ex premier -, con il governo Letta-Alfano, si fa un sostanziale restyling dell’accordo di Dublino, che comunque rimane con lo stesso principio. E quando arriviamo noi non abbiamo alternativa che cercare di chiedere agli altri Paesi di prendere anche loro una parte di responsabilità. Questo in teoria, nei documenti del Consiglio Europeo, avviene. Ma nella pratica no». Insomma: «La ‘prova che Alfano e Renzi hanno svenduto l’Italia’, presente sui giornali, è una barzelletta».
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SBARCHI MIGRANTI, BONINO: EMERGENZA DIPENDE DA TRITON E SOPHIA
Quello di Renzi è un chiarimento apprezzabile, ma insoddisfacente se si considera che in realtà Emma Bonino ha fatto riferimento a scelte sbagliate commesse dopo l’ultima modifica del regolamento di Dublino citato dal segretario Dem. Le operazioni Triton e Sophia sono cominciate durante l’esperienza di governo di Renzi e riguardano proprio una presunta violazione degli accordi assunti con Dublino. L’ex ministra, in particolare, considera un errore il fatto che Roma si sia fatta responsabile anche della zona di search and rescue (non solo quella di competenza dell’Italia, ma anche quella decisa e stabilita da Malta). «Quando fu annullato Mare Nostrum – ha spiegato Bonino a Sky – gli stati europei decisero di passare a Triton. E l’Italia decise, per paura che gli altri Paesi non collaborassero, di accettare il coordinamento degli sbarchi, di scrivere nero su bianco che tutti gli sbarchi sarebbero avvenuti in Italia coordinati dal centro di Roma. Quando poi l’operazione Triton è stata sostituita da Sophia, per fare più in fretta, è stato ribadito lo stesso errore, violando sia il regolamento di Dublino che la legge del mare».
Informazioni più dettagliate sulle decisioni assunte durante i governi di Renzi vengono fornite anche da ricostruzioni della stampa. Franco Bechis su Libero, ad esempio, oggi scrive che quello che ha rivelato Emma Bonino era noto ai parlamentari italiani, di ogni schieramento, almeno dal 4 febbraio 2016, quando le Commissioni Difesa di Camera e Senato sentirono congiuntamente l’ammiraglio di divisione Enrico Credendino, comandante delle operazioni della missione Eunavfor Med (l’operazione Sophia):
«Oggi», aveva spiegato l’ammiraglio, «tutte le persone che prendiamo in alto mare (migranti e scafisti) le consegniamo all’Italia (questa è stata la decisione presa dal Consiglio dell’Unione europea quando ha lanciato l’operazione), quindi lavoriamo con il Ministero dell’Interno». Parole pronunciate di fronte a gente come Pierferdinando Casini, Nicola Latorre, i grillini Vincenzo Santangelo e Angelo Tofalo, i leghisti Sergio Divina e Davide Caparini, forzisti come Maurizio Gasparri e lo stesso Fontana che oggi si sorprende. Nessuno di loro quel giorno si incuriosì per queste rivelazioni dell’ammiraglio italiano, né fece domande per capire meglio e cercare ulteriori particolari.
Fu il consiglio europeo straordinario dei ministri dell’Interno e degli Esteri del 20 aprile 2015 a stabilire che la guardia costiera italiana avrebbe coordinato tutte le operazioni della nuova missione Eunavfor Med, e che i migranti sarebbero stati inviati quasi solamente in Italia. E a dire sì furono i due ministri italiani presenti a quell’incontro: il titolare dell’Interno, Angelino Alfano e quello degli Esteri, Paolo Gentiloni, che oggi è il presidente del Consiglio.
L’operazione fu poi definitivamente lanciata il 22 giugno successivo.
(Immagine: da diretta Facebook Ore Nove di Matteo Renzi)