Scontro Tornado, un mistero: «Sparirono dai radar prima dell’impatto»
21/08/2014 di Redazione
Una serie di punti interrogativi, un disastro in volo che resta ancora un mistero. Non sono ancora note le cause dell’incidente tra i due Tornado durante un’esercitazione nei cieli intorno Ascoli Piceno. Le uniche certezze è che non ci sono speranze di ritrovare superstiti. Due corpi sono già stati ritrovati ieri carbonizzati, anche se non è chiaro a chi appartengano: servirà il test del Dna. Quattro sono stati i piloti coinvolti: Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri, Paolo Piero Franzese, Mariangela Valentini. Le ricerche proseguono in un’area molto vasta, tra le frazioni di Tronzano, Casamurana , Poggio Anzù, dove sono stati ritrovati resti dei due Tornado.
SCONTRO TORNADO, SCOMPARSI DAI RADAR – Diversi i punti ancora da chiarire. Secondo la procura locale, che ha aperto un’inchiesta per disastro colposo, negli istanti precedenti allo scontro fatale, i due velivoli sarebbero però scomparsi dai radar. Non mancano i dubbi, come ha ricordato il quotidiano “La Repubblica“. Il motivo? Per gli esperti, questo scenario è quasi impossibile che accada. Difficile che il radar abbia avuto un blackout, con la visibilità oscurata da una montagna. O da una quota di volo troppo bassa, smentita dall’Aeronautica (secondo cui volavano a una altezza di 600 metri). Tutto mentre molti testimoni hanno raccontato invece come i due tornado fossero molto vicini a terra (quasi «sfiorando le case»). Non va poi dimenticato come siano presenti radar secondari che prendono il segnale da un altro dispositivo, il trasponder. Questo può essere spento dai piloti o guastarsi per colpa di un’avaria. La prima ipotesi – lo spegnimento volontario della strumentazione di bordo – può essere collegata alla volontà di eseguire manovre non autorizzate. Negate anche in questo caso dall’Aeronautica: «Erano piloti esperti, con diverse missioni alle spalle, non c’è ragione di pensare che non si siano attenuti alle regole». Così, il motivo della collisione resta ancora un’incognita.
SCONTRO TORNADO, I DUBBI SULLA ROTTA – Non è l’unico. C’è anche il giallo legato alla stessa rotta. I due caccia, ha ricordato il quotidiano diretto da Ezio Mauro, erano partiti dalla base di Ghedi, per dirigersi verso un’area destinata all’addestramento, tra le città di Perugia, L’Aquila e Rieti. Un corridoio autorizzato però dalle 14 alle 15.30 e dalle 18.30 alle 19.30. I mezzi sono invece decollati pochi minuti prima del termine del primo intervallo orario, rispettivamente alle 15.22 e alle 15.27. Un’ora dopo sarebbero poi usciti dall’area riservata all’autorizzazione, per volare in direzione di Pescara e Falconara. Alle 16.30, la collisione.
SCONTRO TORNADO, LE IPOTESI: ERRORE UMANO O AVARIA? – Se per la procura, che ha disposto il sequestro dei dati sulle rotte, è ipotizzabile un errore umano – una distrazione, un cambio di rotta, un errore nell’esecuzione di una manovra – resta possibile anche lo scenario dell’avaria, come ha ricordato anche il Corriere della Sera. A chiarire la dinamica saranno tre le inchieste aperte (oltre a quella di Ascoli, anche quella della procura militare di Verona, che ipotizza il reato di distruzione di opere militari, e quella della Commissione d’inchiesta dell’Aeronautica militare), che analizzeranno piani di volo, tracciati radar, comunicazioni tra torre di controllo e aeromobile. Ma la vera speranza è di rintracciare le scatole nere, indispensabili per cercare di sciogliere diversi nodi, ma non ancora ritrovate.