L’appello della segretaria giovani Pd minacciata su Fb: «Ragazze, non vergognatevi e uscite allo scoperto»

29/11/2017 di Donato De Sena

«Non vergognatevi mai di come siete e come volete essere, di cosa volete indossare o fare. Uscite allo scoperto e abbiate la forza di parlare con qualche amico». È un appello rivolto alle altre ragazze da Francesca Scarpato, la segretaria dei Giovani Democratici della Campania, che su Facebook è stata negli ultimi giorni pesantemente insultata dopo un suo video postato su una pagina promossa da attivisti del Pd. «Speriamo ti stupri qualche vostra risorsa», le ha addirittura scritto un uomo adulto in un commento, poi rimosso. Lei ha risposto trasformando la minaccia in una denuncia. Ricevendo centinaia di messaggi di solidarietà. «Io l’ho presa con un sorriso, ma l’importante è avere sempre il coraggio», ha ribadito a Giornalettismo.

 

 

Su Fb ha raccontato uno spiacevole episodio…
«Tutto è partito lunedì. Su una pagina Facebook di Pd e Gd, Tempismo Democratico, una piattaforma che ha l’intenzione di far uscire la parte migliore del partito, quella che non esce sui giornali e lavora nell’ombra. Pubblichiamo un video a settimana su qualcosa che abbiamo fatto sul territorio o su una battaglia che portiamo avanti. Lunedì è uscito un mio video in cui racconto la nostra esperienza e parla del partito. Questo video è stato molto condiviso, ha ottenuto molte visualizzazioni. Una ragazza lo ha condiviso commentando ‘Mi sembra che nel Pd ci siano persone interessanti, come questa’. Anche lei ha avuto reazioni contrarie. Il solito sfogatoio contro il Pd. Un signore ha scritto: ‘Ti auguro di essere stuprata da una delle tue risorse’. Si è sentito in diritto di augurarmi un’atrocità umana. I miei amici se ne sono accorti e lo hanno segnalato con un post di denuncia».
«Ho preferito scrivere un post perché penso che sia importante provare a dare una linea anche in questi casi. Anche per evitare altri commenti violenti, da parte di chi vuole difendermi. Mi sono chiesta ‘Ma questo avrà una famiglia, una moglie, una figlia?’. Mi sono preoccupata. ‘Se ha così così tanta voglia di andare sui social e scrivere una cosa del genere, cosa proibirà di fare alle persone a lui care?’. La libertà è alla base di tutto».

Lui le ha scritto altre cose? Le ha chiesto scusa?
«Il commento è stato cancellato. Il suo profilo era pubblico, l’ha reso poi privato. Non ha risposto».

In questi casi ci si chiede come si possa avere un simile atteggiamento, una simile idea delle donne, sembra che quasi non ci si renda conto della gravità di uno stupro e delle offese. Cosa pensa di questo modo di esprimersi e di pensare? E come lo spiega?
«Non cerco capri espiatori. I fenomeni sociali da analizzare sarebbero tantissimi. Lo scorso anno è stata approvata la legge sul cyberbullismo. Quella legge andrebbe integrata con dei provvedimenti anche per altre fasce di età. Ormai ci incontriamo sui social, sono diventati il principale mezzo attraverso il quale interagiamo. E c’è una fascia d’età, la generazione precedente alla mia, è più soggetta a queste forme di reazione (violente, nda) sui social. Mi capita di leggere anche commenti sotto le pagine di politici e parlamentari amici. Mi rendo conto che c’è una fascia d’età, dai 25 ai 40-50 anni, di persone che vivono instabilità ed esternano il loro disagio sui social. Io vorrei ricevere critiche vere, con rispetto. Vanno bene le critiche e le contestazioni, ma non le offese e le violenze verbali. Figuriamoci l’augurio dello stupro. Un’atrocità a quattro giorni dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne mi è sembrato un paradosso».

Il problema è culturale. Ma a livello legislativo cosa si potrebbe fare?
«Tutto parte dalla scuola. Ma servirebbe un provvedimento che preveda specifiche sanzioni anche nei confronti di chi pensa di poter insultare liberamente nel finto anonimato dei social».

Si è parlato molto di violenza sulle donne per le recenti storie di presunti abusi nel mondo del cinema. Pensa che il dibattito di queste settimane non sia servito a nulla?
«Penso che tutto serva a qualcosa. Sono tanti piccoli tasselli di un puzzle. È stato importante scoperchiare un vaso di Pandora che era probabilmente chiuso da troppo tempo. Ma ovviamente non basta solo la grande attenzione mediatica per risolvere un problema che ha radici molto più profonde».

Se la sente di fare un appello alle ragazze che si trovano nella sua stessa situazione sui social e che magari non hanno la sua stessa abilità e sicurezza per rispondere e reagire in maniera adeguata?

«Ho provato determinate sensazioni ma ho un carattere forte e sono andata oltre. La prima cosa è non vergognarsi. Mi rendo conto che c’è un elemento di vergogna che porta a dire – ed è stata anche la mia prima reazione – ‘Lascio stare e non lo faccio emergere’. È qualcosa che ti colpisce nell’intimo, ti dici: ‘Perché deve emergere questa roba?’, ‘Perché devo essere associata a questo?’. L’appello che faccio (alle ragazze, nda) è di non vergognarsi mai di quello che sono, di cosa vogliono indossare, di cosa vogliono fare, di come lo vogliono fare: di non vergognarsi di essere quello che sono, come sono, quando sono e come vogliono essere. Di avere sempre la forza e il coraggio di chiedere aiuto a qualche amico. A volte questo è determinante. Dico di uscire sempre allo scoperto. Io l’ho presa con un sorriso, ma l’importante è avere in ogni caso il coraggio».

E cosa dice invece a chi talvolta scrive quel tipo di messaggio che è stato destinato a lei?
«Gli dico di vergognarsi. Non penso che le nostre vite siano tutte rose e fiori. Qualsiasi cosa ti possa capitare nella vita devi sempre ricordarti che dall’altra parte c’è un essere umano. Gli dico di avere rispetto dell’altro, qualsiasi cosa voglia fare nella sua vita».

(Foto dal profilo Fb di Francesca Scarpato)

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