Tv a cristalli liquidi e cellulari a prezzi stracciati: a Roma fiorisce il mercatino del rubato
07/06/2011 di Alessandro D'Amato
In zona Marconi staziona una variopinta rivendita con merce di ogni genere, anche di provenienza ignota
“Sessanta euro per una PsP ti ha chiesto? E tu glieli hai dati senza trattare? Allora vattene da qui, ‘ché va a finire che ci fai alzare i prezzi“. “E poi io ne ho presa una con l’alimentatore a 40, da quell’altro. Ti ha fregato, non ci andare più”. Dalle parti di viale Marconi, nella zona dell’ex cinodromo a via della Vasca Navale c’è già da un po’ di tempo: è un mercato a cielo aperto che si svolge il sabato e la domenica, dalle tre del mattino fino a mezzogiorno. Nelle intenzioni del municipio doveva essere una vendita autorizzata di merci riciclate affidata ai nomadi dei campi tra Tor dei Cenci e Spinaceto. Nei fatti è un enorme mercatino del rubato.
VENGHINO, SIORE ET SIORI – Siccome “chi ci pensa rimane senza”, i più coraggiosi sono quelli che si avventurano quando è ancora notte fonda: “E’ a quell’ora che si fanno gli affari migliori”, ci racconta un habitué del luogo. Quali affari? “Tutti quelli che vuoi. Televisori a cristalli liquidi da quaranta pollici o più, iPhone 3 e 4, console di videogiochi, blackberry. Basta che trovi la persona giusta e ti sbrighi per pagare il meno possibile”. E come si fa? “Facile: il venditore spara una cifra, tu gli offri circa un terzo e miri a chiudere per la metà. Qui trattano su tutto ma non vedono l’ora di mettersi i soldi in tasca”. Ma a quell’ora c’è chi pensa soltanto a fare incetta: scatoloni e scatoloni di roba, anche generi alimentari o prodotti che di solito si vendono in farmacia passano di mano, presi chissà dove, e che finiscono anche in posti in cui non dovrebbero essere: “Lo vedi quello con le due casse? Dicono che ha un negozio al Trullo di alimentari…”. Tonno in scatola e salmone, tre confezioni? Tre euro, no è troppo: facciamo due. Già al mattino presto della domenica si vedono centinaia di persone che si aggirano tra i lenzuoli buttati a terra, in cerca di cose vecchie da ricomprare ma anche di cose nuove da ricettare. Sfidando la fortuna si può anche fare colazione al piccolo banchetto bar improvvisato tra due camper stracolmi di ferrivecchi e mobili: “Eh, ma occhio, il caffé è epatite C, se vuoi la B devi prendere il cappuccino”. Se uno vuole andare sul sicuro, c’è anche la sambuca, il whisky e altri superalcoolici.
UN DESERTO SPAZIALE – C’è chi fa la spesa tra lo scatolame vario (“ma devi sempre guardare la data di scadenza prima di comprare, ‘chè qui non hanno scrupoli”) e persino un prosciutto intero, e chi invece cerca tecnologia e macchinari. Uno se ne va tutto contento con il motore di una barca, un altro compra un attrezzo per far salire le scale agli invalidi su sedia a rotelle, un altro ancora ha comprato frigorifero e cucina (“e dove te la metti adesso questa roba nella Panda?”). I venditori discutono, trattano, si arrabbiano con chi non vuole comprare: la cosa più sbagliata che si possa fare è dimostrare interesse per un oggetto e poi andarsene senza fare nemmeno un’offerta: lì le parolacce alle spalle si sprecano. E anche scattare fotografie, comprensibilmente, non è molto gradito: “Che te guardi? Che c’è qualcosa che non va?”. In un angolo, l’immancabile ragazzino che offre “video porni, compratevi i video porni”, mentre un altro vende “i presativi”, che sono “indispensabili, non potete non averne anche di riserva”. Un tizio gira intorno a un banchetto da mezz’ora, sempre più arrabbiato: “Mi ha detto che aveva un Acer portatile a 130 euro, ha voluto trenta euro d’anticipo per andarlo a prendere, mi ha dato appuntamento qui e non si è ancora visto”, dice all’altro che sta al banco. “Io non so niente, lui è solo vicino, qui non ci sta sempre”.
‘STI LADRI – Un impianto home theater della Philips da 300 watt, con sei casse costa 15 euro. Però c’è un problema: nel retro c’è ancora l’intonaco del muro da cui sono state staccate. “Lo vuoi un iPhone 4 a 32 giga? Ultimo modello, ancora con la scatola, l’alimentatore, gli auricolari e i cavi. 300 euro”. Ma ne costerà 700 al negozio! “Sì, è di un amico mio, è un po’ pazzo, lui si compra le cose costose e poi le rivende a meno, sai, è fatto così”. Ma funzionano le cose che compri? “Beh, dipende da quelli da cui compri, comunque il 60-70% sì”. Un tab con Android te lo danno a 80 euro: “sì, ma prima accendilo, vediamo se funziona”. “Certo, vieni in macchina, lo attacchiamo con l’alimentatore. Ma prima aspetta che chiamo il mio socio così ci guarda la roba, tu non sai che succede se qui ti allontani un attimo”. “Eh, immagino, è pieno di ladri qui vero?”. Ma poi la tavoletta non si accende e alla fine l’affare non si fa. Vanno a ruba (è il caso di dirlo) i tom tom e le macchinette fotografiche: ci sono banchi pieni di navigatori satellitari, per ogni tipo e scelta (“Questo 30 euro, che ci vuole?”), alcuni con ancora la custodia in pelle e il set di alimentatori.
RETATA ALL’OPERA – “La settimana scorsa sono arrivati i carabinieri, c’era uno con un tavolino pieno di telefoni, lettori mp3 e cose del genere: se lo sono portati via e hanno lasciato solo il banchetto vuoto. Poi sono passati da me e si sono presi una lenzuolata di pennette Usb, gliele ho date, che mi frega? Al comando c’è andata mia moglie, tornerà per l’ora di pranzo, che problema c’é?”. Un enorme cane nero si aggira tra le vie, con l’aria di chi troverà presto qualcosa da mangiare: “E’ di questi dell’Atac qui a fianco, però la domenica sta sempre in giro, si diverte”. C’è un viavai tra i campi adiacenti, dove le piante arrivano a un metro e mezzo di altezza: niente di losco, lì ci si va per pisciare e basta: “Prima il Comune aveva fatto mettere i bagni pubblici, ora li ha levati, perché non lo so”.
LA CRISI E LO SCONTO – Alla fine della giornata rimangono solo gli stracci per terra. “Ed è a quell’ora che si fanno gli affaroni. Perché pur di non riportarsi a casa il sacco c’è chi le cose te le regala o quasi”. Cosa ti regala? Di tutto: comodini, cassetti spaiati, vecchi mobili che portavano giradischi o addirittura grammofoni, ceste e bauli. E vestiti e scarpe di tutti i tipi e modelli: “Alcune sembrano usate, altre sono uscite adesso dalla fabbrica. Nuove nuove, sembra che le abbiano rubate ai distributori”. Il signore di prima continua a girare intorno a quel banco aspettando il suo Acer: tornerà sabato prossimo, e poi eventualmente domenica. Tutti si scansano quando arriva un tipo in bicicletta: “E’ uno che vuole litigare, sta sempre a cercare di attaccare rissa con tutti”. Ma c’è chi la roba non la regala per niente: “Stai scherzando? E’ una camicia di Dolce e Gabbana, quelli sono jeans di Cavalli, se li vuoi tiri fuori i soldi. E chi ci pensa rimane senza”, dice una ragazza molto ben vestita a un tizio che vuole uno sconto. “E poi dite che c’è la crisi, certo che c’è la crisi, se nessuno compra niente o tutti chiedono sconti… Fate girare i soldi, e vedete che la crisi scappa via prima o poi”. Difficile darle torto.