Senigallia-Ancona Nord: la terza corsia fantasma che blocca l’A14

24/04/2014 di Maghdi Abo Abia

IL RISCHIO FALLIMENTO – E questo è ciò che è successo in questo caso, secondo Barilari. Il Messaggero ha poi raccolto la voce di alcuni dei soggetti coinvolti che non vogliono esporsi ma che parlano senza mezzi termini di una situazione per loro insostenibile. «Siamo quaranta imprese che hanno lavorato nel cantiere della terza corsia dell’A14 tra Senigallia e Chiaravalle. Tutte in subappalto, ma da due anni attendiamo il pagamento dei lavori. Ci sono fornitori, carpentieri, operatori edili, chi lavora nelle cave. Insomma uno spaccato delle imprese marchigiane, di cui la metà pesaresi che ora sono in ginocchio. La terza corsia doveva essere una opportunità e invece ci sta mettendo in difficoltà. Quattro di noi sono già fallite. Vantiamo crediti complessivi di 58 milioni di euro. E noi l’Iva e le tasse le abbiamo già pagate».

La terza corsia fantasma che blocca l'A14

CANTIERE FERMO – E questi lavoratori, in subappalto, sono 250. Ed è accaduto quello che è stato spiegato in precedenza, ovvero che «Società Autostrade ha già liquidato la società appaltante che sulla base delle fatture avrebbe dovuto pagarci, ma così non è stato. Ora il cantiere è fermo. Aspettiamo i nostri soldi che non però non arrivano. Avevamo trovato un accordo per averne almeno il 70 per cento, poi il 60 per cento, ma ancora nulla. Rischiamo tutti di chiudere, non sono lavori da pochi euro. Senza contare il disastro delle opere non portate a termine». Quindi i lavori sono fermi, Autostrade avrebbe già pagato chi di dovere ma i soldi ai subappaltanti ancora non sono arrivati.

LE SOLUZIONI POSSIBILI – Come spiega Fano Informa, il 13 marzo le aziende interessate, circa 230, sono state ricevute alla Camera di Commercio di Pesaro insieme ai rappresentanti della Ics Grandi Lavori, propostasi come capofila di una nuova cordata che punta al recupero dei lavori (fermi al 60 per cento) con una restituzione del 70 per cento dei crediti vantati dalle attività coinvolte dal blocco. Presente anche la Società Autostrade che ha sottolineato di aver risolto ogni suo coinvolgimento nella faccenda. È poi emerso che due società costituenti il consorzio originario, la barese Matarrese e la genovese Carena, sono state escluse per essere poi sostituite da quattro ditte subappaltatrici forti di un credito di oltre sei milioni di euro.

La terza corsia fantasma che blocca l'A14

 

SI RIPARTE? – Il 25 marzo la Ics Grandi Lavori ha consegnato il Piano Programmatico, tecnico e giuridico per la ripresa dei lavori fornendo al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti la documentazione atta a far ripartire l’opera che al momento darebbe lavoro a 1.300 persone ed eviterebbe il fallimento del 70 per cento delle aziende coinvolte, parole del presidente Alberto Drudi. Ed a seguito di questo provvedimento qualcosa si è mosso, visto che come spiega Senigallia Notizie, il quattro aprile scorso è stato convocato al Ministero dei Lavori Pubblici il primo tavolo istituzionale di monitoraggio che ha visto protagonisti Autostrade per l’Italia e Samac.

LE ACCUSE DEI SINDACATI – S’ipotizza che Autostrade possa svincolare 19 milioni di euro che permetterebbero lo sblocco del primo 35 per cento dello scaduto dei fornitori mentre il restante 35 per cento verrebbe saldato entro i successivi 18 mesi o la fine del cantiere. La proposta ha seguito di due giorni l’annuncio da parte della Ics di un prossimo sblocco del cantiere a partire dal prossimo primo maggio. Sblocco che probabilmente non ci sarà, almeno a sentire i sindacati marchigiani che si dicono stufi di promesse che non portano da nessuna parte e che chiedono provvedimenti concreti per la salvaguardia dei posti di lavoro contro la politica degli annunci.  Secondo le sigle coinvolte, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil «i lavoratori diretti sono oggi in cassa integrazione straordinaria dopo aver fatto 11 mesi di cassa integrazione ordinaria, gli stessi avanzano competenze arretrate e il campo base dove alloggiano i pochi lavoratori occupati e non pagati adibiti alla guardia e alla messa in sicurezza, è in totale stato di abbandono tanto da rimanere senza elettricità».

La terza corsia fantasma che blocca l'A14

L’ENNESIMA INCOMPIUTA? – «Tutto questo -continuano i Confederati- sta creando un enorme sofferenza economica ai lavoratori e alle loro famiglie, alle imprese del nostro territorio che hanno lavorato sul tratto autostradale, oltre che un disagio alla viabilità locale che certamente andrà ad aggravarsi con l’arrivo della stagione estiva e turistica. I 130 lavoratori diretti e i 250 lavoratori delle aziende in subappalto e di forniture da oltre un anno sono in attesa di risposte concrete reali sia dal punto di vista occupazionale che di reddito». Segno che qualcuno non può più aspettare annunci e che è arrivato il momento di proporre almeno ai lavoratori ed alle loro famiglie un qualcosa di concreto e che finalmente si possano far ripartire i lavori cancellando quella che rischia di essere l’ennesima incompiuta italiana. (Photocredit Il Resto del Carlino / Senigallia Notizie / Ilmetauro)

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