Silvio non va in piazza perché non se lo fila nessuno
31/01/2012 di Redazione
Niente manifestazione pro-Cav. Per cause di forza maggiore
Il Pdl rinuncia a scendere in piazza. Troppo alto il rischio, viene spiegato, di mancare l’obiettivo (il partito puntava a mobilitare 20 mila persone) per un tema, la giustizia politicizzata, che in un momento di crisi economica e di sacrifici chiesti ai cittadini, non scalda certo gli animi. Ma a far desistere dalla grande manifestazione di piazza e’ stato anche il timore che l’iniziativa potesse ‘sfuggire di mano’ e trasformarsi in un boomerang: Pd e Terzo Polo avrebbero sicuramente strumentalizzato l’evento – argomentano alcuni dirigenti di via dell’Umilta’ contrari all’iniziativa – e la manifestazione correva il rischio anche di tramutarsi in una mobilitazione di piazza contro Monti, “e adesso non ce lo possiamo permettere”.
SILVIO INORGOGLITO – Per questo, Silvio Berlusconi – seppur ‘inorgoglito’ dalla riposta calorosa di molti del Pdl – si e’ lasciato convincere dai contrari alla manifestazione e ha ordinato la retromarcia. Spinto anche, riferisce un ‘big’ pidiellino, dalla volonta’ di non ‘stuzzicare’ i magistrati alla viglia di una decisione, quella sulla ricusazione, che potrebbe essere decisiva per l’esito del processo. Tanto che oggi, alla Camera, alcuni suoi fedelissimi hanno tentato di minimizzare la cosa: “Non si e’ mai davvero pensato di fare una manifestazione. Era un’idea che girava, anzi che e’ stata fatta girare da qualcuno in Transatlantico, ma Berlusconi non ci ha mai pensato”.
I PIDIEELLINI E LA SENTENZA – Ma tra i pidiellini convinti della necessita’ di dare un segnale forte a sostegno del Cavaliere, che rischia una condanna per il processo Mills (anche se potrebbe sopraggiungere la prescrizione prima della sentenza), c’e’ chi non rinuncia all’idea di un bagno di folla, ed e’ pronto a garantire che la manifestazione e’ solo rinviata, magari in primavera, quando “si tirera’ il bilancio dell’azione di Monti e si faranno le alleanze per le amministrative”. Serve, e’ il ragionamento dei pro-piazza, “ridare energia e vitalita’ ai nostri sostenitori, ora disorientati e delusi dall’appoggio al governo Monti”. Allo stesso tempo, viene spiegato, sarebbe un bene per il Pdl dimostrare “platealmente che il partito ha ancora un largo seguito”. Ma proprio i motivi che spingevano i sostenitori della manifestazione a portare 20 mila persone in piazza sono stati determinanti per far annullare l’iniziativa.
LA NOTA DI VERDINI – Al di la’ del tentativo di alcuni maggiorenti del Pdl di ridimensionare la cosa, che l’idea fosse ben oltre lo stato embrionale e la macchina organizzativa si fosse gia’ messa in moto lo dimostra il fatto che ad annunciare il dietrofront ci ha pensato uno dei tre coordinatori di via dell’Umilta’, Denis Verdini (da molti nel Pdl accreditato come uno dei promotori della discesa in piazza). In una lunga nota Verdini spiega che “il presidente Berlusconi e’ emozionato e commosso per questa ondata di calore, che lo rafforza nel desiderio di moltiplicare il suo impegno per il Pdl e per il Paese, ma ha scelto un profilo di responsabilita’ al quale non intende derogare”.
IL COORDINATORE – Il coordinatore, tuttavia, attribuisce al “popolo azzurro” la voglia di promuovere la manifestazione, e non risparmia un duro attacco ai giudici a difesa del leader Pdl: “da anni, in Italia, si accetta quel che non sarebbe immaginabile in nessun grande Paese occidentale: un pervicace uso politico della giustizia, il tentativo di colpire l’avversario politico per via giudiziaria e di mettere in discussione nei tribunali cio’ che gli elettori hanno deciso nelle urne”. Ma nonostante cio’, conclude Verdini, “la manifestazione, almeno per ora, non ci sara'”.
FALCHI TRADITORI! – Nel partito, tuttavia, l’idea di scendere in piazza non aveva riscosso un grande successo, molti gli scettici, persino tra i cosiddetti ‘falchi’: “non e’ questa la risposta da dare ora. Serve un colpo di reni – afferma un ex An che sin dall’inizio si e’ opposto a Monti – altrimenti alle amministrative prenderemo una nuova sberla”. Il malumore, insomma, cresce per un sostegno al governo che, e’ il ragionamento, “sara’ pagato a caro prezzo”. Mal di pancia e minacce di fughe in avanti che Berlusconi intende riportare ai livelli di guardia: non e’ il momento di cambiare rotta – avrebbe ripetuto anche oggi il Cavaliere, che ad Arcore ha incontrato il governatore lombardo, Formigoni – dobbiamo continuare ad essere responsabili. Poi, in primavera si vedra’, e’ il leitmotiv dell’ex premier, una sorta di “mantra – spiega un ex ministro che da sempre ha spinto per il si’ a Monti – che Berlusconi ripete agli scontenti per tenerli buoni, ma lui per primo sa che in primavera la situazione non potra’ cambiare”.
I MALPANCISTI – Insomma, i malpancisti devono mettersi l’anima in pace: il Pdl – e’ la linea dettata oggi dal Cavaliere ai suoi – non fara’ mancare il suo sostegno al governo. E a metterlo in chiaro e’ stato ieri il segretario Alfano, che ha ribadito la linea responsabile del partito, seppur senza rinunciare a far sentire la sua voce a cominciare dalle liberalizazzioni (dove un pool coordinato dall’ex ministro Romani sta lavorando agli emendamenti). Mentre oggi e’ stato il turno del capogruppo Cicchitto: “va esclusa l’ipotesi di una crisi di governo. Introdurrebbe nervosismo inutile in una situazione molto grave”. E ancora: “Non si e’ pronti a tagliare i rapporti perche’ la cosa peggiore che possiamo fare e’ vivere alla giornata. Noi mettiamo nel conto che c’e’ una fase obbligata di vita di questo governo che si tratta di mesi e non di un anno. Di giorno in giorno, noi affronteremo le questioni con un taglio programmatico e non politico”. (AGI)