Primarie Pd, per i sondaggisti non c’è storia: stravince Renzi, Orlando doppiato
09/03/2017 di Donato De Sena
A guardare i sondaggi degli ultimi giorni sulle primarie Pd (in programma il 30 aprile), nella corsa alla guida del partito non dovrebbe esserci partita. Nelle prime rilevazioni sul consenso dei tre candidati alla segreteria Dem l’ex premier Matteo Renzi risulta nettamente in vantaggio sui due avversari, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano.
SONDAGGI PRIMARIE PD, RENZI BATTE NETTAMENTE ORLANDO ED EMILIANO
Gli istituti demoscopici che hanno finora monitorato le intenzioni di voto degli elettori del Partito Democratico hanno attribuito al segretario uscente un consenso non inferiore al 55%. Nel dettaglio, secondo Index Research (sondaggio realizzato il primo marzo per la trasmissione di La7 Piazzapulita) Renzi otterrebbe oggi il 55% delle preferenze contro il 22% di Orlando e il 20% di Emiliano. Secondo Ixè invece (sondaggio del primo marzo per il programma di Raitre Agorà) il divario tra candidati sarebbe più ampio. Renzi porterebbe a casa oggi il 58% dei voti, Orlando il 17% e Emiliano solo il 5% (mentre il 20% degli intervistati si dichiara indeciso o non risponde). Numeri simili sono stati diffusi anche da Demos&Pi e Demetra, che ha effettutato un sondaggio per il quotidiano Repubblica il primo e il 2 marzo. In questo caso Renzi è stato segnalato al 55% dei consensi contro il 27% di Orlando, il 16% di Emiliano e il 2% di altri eventuali candidati.
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I sondaggi primarie Pd sono stati realizzati con differenti metodologie. La rilevazione di Ixè è stata effettuata su un campione casuale di 1.000 persone maggiorenni rappresentativo della popolazione italiana con metodologia Cati e Cami, telefonicamente su utenze fisse e mobili. Il sondaggio di Index Research è stato invece realizzato con 800 interviste telefoniche Cati. La rilevazione di Demos&Pi e Demetra, infine, con 1.010 interviste telefoniche o via web, con metodologia Cati, Cami e Cawi.
(Foto: ANSA / GIORGIO ONORATI)