Sondaggi Referendum costituzionale 2016: il ‘No’ (tra 51 e 56%) avanti in 15 casi su 15
18/11/2016 di Donato De Sena
SONDAGGI REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016
Dopo l’approvazione definitiva in Parlamento della riforma Boschi i principali istituti demoscopici hanno cominciato con maggiore frequenza a sondare le intenzioni di voto degli italiani in vista della consultazione referendaria del 4 dicembre, nodo cruciale delle legislatura. I sondaggi referendum costituzionale 2016 descrivono oggi una situazione di vantaggio del fronte del ‘No‘ sul ‘Sì‘, con un margine che oscilla tra il punto e i 12 punti percentuali. La certezza, numeri alla mano, è che comunque l’esito della consultazione non è affatto scontato, se si considera l’elevata quota di elettori ancora indecisi a 15 giorni dalle urne (quando scatta il divieto di pubblicazione delle rilevazioni). Sull’esito della consultazione molto peserà il tasso di affluenza e come si orienterà chi a due settimane dal voto non conosce ancora i contenuti della riforma o non ha ancora scelto se dirsi favorevole o contrario. Secondo gli esperti una percentuale elevata di votanti dovrebbe favorire i promotori della riforma della Costituzione, il governo di Matteo Renzi e la maggioranza che lo sostiene, guidata dal Pd. Un livello basso di votanti, invece, potrebbe favorire le opposizioni.
Affluenza Referendum Costituzionale 2016: i dati della partecipazione in diretta
SONDAGGI REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016, GLI AGGIORNAMENTI
18 novembre. Scorporando indecisi e astenuti dai dati degli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto al referendum costituzionale 2016 emerge che il fronte del ‘Sì’ alla riforma Boschi oscilla tra il 44 e il 49,4% dei consensi. Il fronte del ‘No’, al contrario, si muove tra il 50,6 e il 56% delle preferenze. Il margine più ristretto tra favorevoli e contrari è emerso dalla rilevazione di Termomentro Politico (solo 1,2 punti percentuali di vantaggio per il ‘No’ sul ‘Sì’) del 14-17 novembre. Il margine più ampio è stato invece segnalato dall’istituto Piepoli, che ha effettuato un sondaggio per La Stampa lo scorso 14 novembre.
18 novembre. Nelle ultime ore prima dell’inizio del divieto di pubblicazione dei sondaggi sono state diffuse due nuove rilevazioni sulle intenzioni di voto al referendum costituzionale 2016: una di Emg Acqua per il Tg La7 ed una di Tecné per TgCom24. Considerando anche il sondaggio di Gfp pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano e quello del Cise/Sole 24 Ore, pubblicato ieri ma realizzato tra il 27 ottobre e il 7 novembre, il numero delle analisi da confrontare sale dunque a 15. In ognuna di esse viene segnalato il vantaggio del ‘No’ alla riforma Boschi. Un’indicazione estremamente chiara.
18 novembre. Anche gli ultimi sondaggi diffusi prima del periodo di divieto di pubblicazione (non è possibile rendere note rilevazioni nei 15 giorni che precedono la data del voto) confermano il chiaro vantaggio del fronte del ‘No’. I contrari alla riforma costituzionale Boschi sono avanti in ogni sondaggio effettuato tra il 9 e il 18 novembre, ed hanno un margine ancor più ampio di quello rilevato in precedenza. Un margine molto ampio è quello segnalato dall’istituto Piepoli, che nella sua rilevazione del 14 novembre pubblicata il giorno 18 sulla Stampa, ha segnalato il ‘Sì’ fermo al 44% dei consensi. Altri sondaggi sono stati realizzati da Eumetra Monterosa, Scenari Politici/Winpool, Tecnè, Ipr Marketing, Emg Acqua, Euromedia Research, Demopolis, Istituto Piepoli, Ipsos, Demos&Pi e Demetra, Ixè, Index Research e Termometro Politico.
11 novembre. Anche i primi dati del mese di novembre, insieme agli ultimi della fine di ottobre, confermano il vantaggio del fronte del ‘No’ sul ‘Sì’ alla riforma Boschi.
Stando ai sondaggi sul referendum costituzionale realizzati tra il 27 ottobre e il 6 novembre da 9 diversi autori (Demos&Pi/Demetra, Ixé, Index Research, Ipr Marketing, Tecnè, Demopolis, Emg Acqua, Scenari Politici/Winpoll e Eumetra Monterosa) gli elettori intenzionati a bocciare alle urne le modifiche alla Costituzione rappresentano oggi (al netto di indecisi e astenuti) tra il 50,6 e il 55,2% del totale. Al contrario, i favorevoli alla legge Boschi si muovono tra il 44,8 e il 49,6% dei consensi.
29 ottobre. Durante tutto il mese di ottobre i sondaggisti hanno confermato il vantaggio del ‘No’ sul ‘Sì’. In media, al netto di indecisi e astenuti, i principali istituti demoscopici hanno indicato un margine di 4/6 punti percentuali. Stando ai dati raccolti e diffusi tra il 14 e il 27 ottobre da dieci dicersi autori (Euromedia Research, Eumetra Monterosa, Demopolis, Ipsos, Scenari Politici/Winpoll, Ipr Marketing, Tecné, Emg Acqua, Ixè, Index Research) il ‘Sì’ oscilla tra il 46 e il 51% dei consensi. Il ‘No’, invece tra il 49 e il 54%. Ma il ‘Sì’ è avanti in un solo caso su dieci (Demopolis). Ecco tutti i numeri dei sondaggi a confronto:
SONDAGGI REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016, LA TENDENZA TRA GIUGNO E OTTOBRE
Già nel mese di giugno, in coincidenza con la tornata delle Amministrative (elezioni in cui il Pd ha raccolto risultati modesti), i ‘No‘ al referendum costituzionale 2016 avevano raggiunto nei sondaggi buoni risultati. In una rilevazione del 20 giugno effettuata dall’istituto demoscopico Euromedia Research per Ballarò, ad esempio, il fronte dei ‘Sì‘ alla riforma Boschi era stimato al 46%, mentre i ‘No’ venivano indicati al 54%. Un minore divario veniva invece segnalato il 23 giugno 2016 dall’Istituto Ixè per Agorà, che attribuiva il 48% ai ‘Sì’ e il 52% ai ‘No’.
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Maggiore equilibrio è stato rilevato in seguito, nel mese di luglio: in un sondaggio del 12-13 luglio 2016 realizzato dall’istituto Ipsos per il Corriere della Sera i ‘Sì’ sono stati rilevati al 51%, mentre i ‘No’ poco al di sotto del 49%. I contrari alla legge Boschi sono stati invece segnalati in vantaggio da Emg Acqua per La7 il 23-24 luglio 2016: nel dettaglio, i ‘Sì’ sono stati indicati al 48,6% dei consensi e i ‘No’ al 51,4%. Il 3 agosto, invece, era l’Istituto Ixè per Agorà a segnalare ancora il ‘Sì’ avanti, al 56%, contro il 44% del ‘No’.
I sondaggi sulle intenzioni di voto al referendum costituzionale 2016 dei mesi di settembre e ottobre hanno poi descritto una situazione di divario non particolamente marcato tra il fronte del ‘Sì’ e del ‘No’ alla riforma della Carta approvata in primavera. Stando ai dati raccolti ed elaborati tra il 12 e il 17 ottobre da 6 diversi istituti demoscopici che hanno costantemente monitorando il giudizio degli italiani sulle modifiche della Costituzione e sul quesito del 4 dicembre (Ixè, Index Research, Scenari Politici/Winpoll, Emg Acqua, Ipr Marketing e Tecnè) i favorevoli alla riforma oscillavano (al netto di indecisi e astenuti) tra il 46 e il 50% dei voti, mentre i contrari tra il 50 e il 54%. Le cifre diffuse a meno di due mesi esatti dalle urne, sostanzialmente ci dicevano che nessuno dei due schieramenti in campo, quello del ‘Sì’ e quello del ‘No’, poteva dirsi nettamente favorito sull’altro (anche in virtù dell’alta percentuale di indecisi se andare a votare).
SONDAGGI REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016: INDECISI E ASTENUTI DECISIVI
Più nel dettaglio, Ixè, con il sondaggio realizzato il 12 ottobre per il programma di Raitre Agorà, segnalava i ‘Sì’ e i ‘No’ al referendum costituzionale al 37% dei consensi con gli indecisi al 26. L’istituto demoscopico Index Research, invece, nella rilevazione del 13 ottobre per la trasmissione di La7 Piazzapulita indicava i favorevoli alla riforma costituzionale intenzionati ad andare ai seggi al 48,6% e i contrari al 51,4. Scenari Politici/Winpoll, poi, nel sondaggio del 14 ottobre pubblicato sull’Huffington Post, stimava i ‘Sì’ alla legge Boschi al 46% e i ‘No’ al 54. Emg Acqua, intanto, nella rilevazione del 15-16 ottobre per il Tg La7 indicava i favorevoli al 33,8%, i contrari al 37 e gli indecisi al 29,2%.
SONDAGGI REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016: ‘SÌ’ IN RECUPERO AD OTTOBRE
Per quanto riguarda il trend del consenso, va segnalato che Index e Emg a inizio ottobre consideravano i ‘Sì’ in crescita rispetto alla settimana precedente, Ixè invece in calo. Un recupero dei favorevoli alla riforma veniva indicato anche da Ipr Marketing e Tecné nei loro sondaggi per la trasmissione Porta a Porta. Stando ai dati Ipr da settembre a ottobre i ‘Sì’ erano saliti dal 46 al 48,5%, Per Tecnè dal 47 al 48.
(Foto di copertina: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)