SOS Neuroblastoma: anche la solidarietà ha un limite

23/10/2009 di Carlo Cipiciani

Come sono colpite le ONLUS Italiane? E quando supereranno la crisi e se la supereranno?

Prima di tutto bisogna sottolineare che all’inizio l’Associazione e la Fondazione Neuroblastoma nel corso di 15 anni affiancavano lo Stato nel bambini_2finanziamento della ricerca scientifica sul neuroblastoma ed i tumori solidi pediatrici, mentre oggi nel primo caso la finanziano per oltre l’85% in Italia, e nel secondo per circa il 50%, ricorrendo solo a risorse private. Come sempre quando un ente privato funziona, lo Stato arretra e lascia questo ente completamente solo a svolgere un certo ruolo.

Ma non c’è il 5×1000?

Notizie non pervenute. Certo, come tutti anche noi vantiamo dei crediti. Ma oggi non si può fare affidamento su un qualcosa che ci spetta ma di cui non si vede traccia all’orizzonte.

E allora?

E allora si conta sempre e solo sulla solidarietà degli oltre 100.000 soci, di alcune aziende, di molti genitori e nulla più. Ma tutto ora è maledettamente più difficile.

Fammi capire con qualche esempio

Pensa che se nel 2008 la donazione media era di 15 euro, nel 2009 è diventata di 12, e le donazioni non sono mica aumentate. Se nel 2009 una manifestazione aveva portato 12.000 euro, nel 2009 la stessa ne ha portati 8.000. Se un’azienda aveva donato 100 euro ora dona 70.

E quindi?

Quindi, con un maggiore impegno lavorativo si ottengono risultati del 25 – 30% in meno.

Insomma, siete costretti a ridurre le spese?

Per noi c’è poco da ridurre: l’Associazione ha solo 4 dipendenti, e opera esclusivamente con il volontariato gratuito dei suoi soci  e sostenitori. Le uniche “spese” sono i finanziamenti ai progetti di ricerca. Ridurre vuol dire fermarli. Se le entrate diminuiscono le uscite aumentano, perché la ricerca costa ed ora è quasi a totale carico dell’Associazione e della Fondazione NB.

Insomma, anche la solidarietà degli italiani ha un limite?

Nel paniere degli italiani, con la diminuzione del potere d’acquisto, scompaiono o vanno in decrescendo quelle spese non strettamente necessarie alla sopravvivenza: si va meno in vacanza, anche perché molti da quest’anno sono in vacanza perenne. Si risparmi persino sul mangiare, si cambiano meno gli abiti. E si fa meno solidarietà, quindi si fa meno ricerca. E gli enti come i nostri sono costretti a tagliare i progetti e a ridurre i finanziamenti.

Nell’attesa del 5×1000?

No, come ti ho già detto: notizie non pervenute. Solo nella speranza che la solidarietà ritrovi il suo posto pieno, con il passare della crisi, nelle spese possibili degli italiani, perché enti come i nostri vivono per dare speranza solo grazie alla solidarietà e all’aiuto dei privati.

LA RICERCA HA BISOGNO DI SOLDI – Filippo si ferma qui, perché è un angelo. Io invece sono arrabbiato. Non con gli italiani che hanno smesso di fare donazioni, perché hanno paura di perdere il lavoro o sono costretti a “tagliare” qualche spesa familiare. Sono arrabbiato perché in questo paese che si riempie la bocca di famiglia e di ospedale_webbambini, si abbandonano al loro destino quelli più deboli ed indifesi. Quei genitori con gli occhi spenti, quei bambini senza capelli che ho ogni giorno davanti agli occhi. Quelli che dormono nelle corsie dell’ospedale mentre i papà si radono dentro le loro auto parcheggiate nei viali attorno al Gaslini, perché non hanno un posto dove andare. Ogni giorno rivedo Noemi, Luca, Gaia, Alessandro giocare con le flebo attaccate al petto. Bambini dal destino spezzato finiti dentro un pozzo nero. Penso che sia uno scandalo che il 5 per 1000 arrivi con anni di ritardo e nessuno dica niente. Penso che sia uno scandalo che il finanziamento di ricerche che servirebbero a molti venga lasciato quasi esclusivamente sulle spalle di privati “volenterosi”. Penso che sia uno scandalo che di queste cose non parli mai nessuno, mentre tutti corrono dietro alle dichiarazioni piene di niente di politici senza cervello e senza cuore, di destra e di sinistra.

UN PICCOLO GESTO – Ma quei genitori andranno avanti lo stesso. Perché non possono abbandonare quei bambini. Perché la bufera passerà, e anche in mezzo ad essa arriveranno comunque altri amici. Perché con uno Stato assente o addormentato, solo la solidarietà può salvare quei bambini. La solidarietà degli italiani, anche se messa a durissima prova da chi li ha abbandonati 5 x 1.000 volte, li sorreggerà. Speriamo anche con questa piccola ed insignificante storia. Gli angeli continuano ad agire. Ma hanno ancora, oggi più che mai, bisogno di tutti noi: non abbandoniamoli, facciamo qualcosa. Un piccolo gesto può essere di aiuto. Non abbandoniamoli. Facciamolo.

Giornalettismo sostiene la lotta al neuroblastoma

Grazie a Elisa Cortese

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