Stamina, famiglie in Georgia per proseguire il “metodo”: «Vannoni supervisore»
30/07/2016 di Redazione
«Metodo non scientifico e pericoloso». La Cassazione è stata tutt’altro che ambigua nella definizione di Stamina, il presunto miracoloso metodo ideato da Davide Vannoni per combattere le malattie neurodegenerative. Eppure c’è chi non demorde: molte famiglie italiane si stanno infatti regolarmente recando a effettuare delle infusioni di staminali all’estero, in particolare al Mardaleishvili Medical Centre di Tbilisi. La cura, non essendo disponibile in Italia dopo le varie pronunce della comunità scientifica internazionale, del Ministero della Salute e dei tribunali, viene così somministrata soprattutto in Georgia e i pazienti sono disposti a percorrere anche più di 3.000 km pur di affidarsi a Stamina: «Siamo costretti ad andare lì con tutti i mezzi possibili che abbiamo».
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All’Ansa parla il marito di una donna affetta da Sla che si è recata a Tbilisi nelle scorse settimane:
“Migliaia di malati stanno andando in Georgia perché Stamina si appoggia a una clinica georgiana per le infusioni di staminali – spiega l’uomo – tutti coloro che erano pro-Stamina stanno andando lì. Dai genitori del piccolo Federico e della piccola Celeste (che avevano effettuato delle infusioni anche in Italia ndr) ad altri, da tutte le parti d’Italia”
E Vannoni?
”Vannoni non c’entra nulla – precisa l’uomo – è la cooperativa Stamina (creata da alcune famiglie ndr) che ha organizzato tutto. Lui fa solo da supervisore. Non so neppure se vada o meno”
Su Facebook anche la testimonianza della mamma di una bambina siciliana, e la risposta del presidente di Stamina Foundation:
”Questo sorriso è valso tutto, i sacrifici, i viaggi, i costi, il prelievo, le attese. Insomma: amore di mamma, staminali di mamma….ancora e sempre ‘sì alla vita, sì a Stamina!”. E lo stesso Vannoni risponde al post della donna: ”L’idea che le tue cellule staminali stiano ri-generando il tessuto cerebrale dentro la bimba va oltre la scienza ed entra in quella sfera della vita che non ha un nome o una definizione: chiamarlo solo Amore è riduttivo”.
Photocredit copertina ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO