Storie di Yakuza, in Giappone si teme una guerra tra famiglie
30/10/2015 di Redazione
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In Giappone le famiglie mafiose della Yakuza possono godere di uno status che le rende quasi legali, permettendo ad esempio ai suoi boss di vivere alla luce del sole e non in latitanza, almeno fino a che non sono colti a delinquere. La secessione all’interno della Yamaguchi-gumi, la famiglia con il numero maggiore di affiliati, fa temere l’esplosione di una guerra tra bande, che però forse sarà evitata.
![Japan-crime-yakuza, FOCUS by Harumi Ozawa Satoru Takegaki, 64, a one-time bodyguard for a former Yamaguchi-gumi leader, shows an anti-gang campaign poster during an interview by AFP in Himeji, Hyogo prefecture on October 7, 2015. Ten years after retiring from a life of crime, Satoru Takegaki now spends his days helping other ex-gangsters find day jobs and adjust to life outside Japan's notorious yakuza mob. AFP PHOTO / KAZUHIRO NOGI (Photo credit should read KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images)](https://www.giornalettismo.com/wp-content/uploads/2015/10/yakuza.jpg)
Satoru Takegaki, ex bodyguard di un ex leader della Yamaguchi-gumi, mostra il poster di una campagna anti-gang (Photo credit KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images)
LA YAKUZA DEL 2000 –
La mafia giapponese conosciuta come Yakuza ha un’organizzazione di stampo mafioso, ma uno status del tutto particolare che rende le organizzazioni mafiose quasi-legali. Per questo le loro vicissitudini sono spesso commentate come si commenterebbero quelle di aziende di un certo peso, ma nel caso della recente frattura emersa all’interno della Yamaguchi-gumi molti osservatori temono che la parola passerà presto alle armi.
LA SPACCATURA NELLA YAMAGUCHI-GUMI –
Alla fine di agosto è nata la Kobe Yamaguchi-gumi (KYG) guidata da Kunio Inoue, 67 anni, e ha portato con sé circa tremila dei diecimila affiliati alla Yamaguchi-gumi di Shinobu Tsukasa, 73, il più grande gruppo della Yakuza giapponese. Un gruppo che è sceso a circa diecimila membri da ventimila che ha avuto nel momento di massimo splendore, ma che ah fatto meglio di tanti altri, visto che gli affiliani alla Yakuza sono calati a circa 58mila dai 184mila che erano negli anni ’60, quando i giapponesi erano molti di meno.Una settimana dopo è rimasto ucciso il primo secessionista, poi più niente. Un evento simile a metà degli anni ’80 provocò 300 sparatorie, 25 morti e spese stellari in armi, parcelle legali, sicurezza e funerali, ma non è per questo che le gang si stanno contenendo oltre le previsioni.
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LA LOTTA DEL GIAPPONE ALLA YAKUZA –
A favore di questa inusuale prudenza gioca l’introduzione di una legge che seguì proprio quei massacri, una legge che rende i boss responsabili per i delitti violenti degli affiliati alla loro famiglia. Il che spiega la riluttanza a scendere in guerra aperta, che equivarrebbe a consegnarsi ai procuratori. In realtà il fenomeno mafioso è in calo da tempo, anche per merito di numerose iniziative di contrasto adottate negli anni, come ad esempio di recente l’iniziativa di cominciare a tassare il pizzo pagato dai gruppi affiliati al boss a capo della famiglia. A far danni ha contribuito anche l’aumento del numero degli avvocati, perché tra i business della Yakuza uno dei più fiorenti era quello della risoluzione delle dispute, anche civili, e del recupero crediti. La maggiore disponibilità di avvocati, prima erano troppo pochi, ha spinto i cittadini a rivolgersi a loro invece che ai mafiosi.