Stupro di Firenze, il verbale delle due ragazze americane e dei due carabinieri

03/10/2017 di Redazione

Le due ragazze americane hanno fornito una versione opposta a quella dei carabinieri accusati di violenza sessuale nelle testimonianze effettuate davanti ai magistrati. Per la prima volta il quotidiano La Nazione del Quotidiano nazionale ha messo a confronto le due versioni sul presunto stupro di Firenze, che evidenziano tratti comuni ed enormi divergenze nel racconto di quanto successo dopo l’incontro alla discoteca Flò di Firenze.

IL CONFRONTO DELLE DUE VERSIONI SUL PRESUNTO STUPRO DI FIRENZE

La Nazione racconta come alle ore 03 e 48 minuti del 7 settembre sia arrivata una telefonata in un italiano stentato che diceva: «Venite a prenderci per favore, violentati dalla polizia, polizia macchina la casa». La volante con i poliziotti arriva dopo una ventina di minuti all’appartamento dove vivono le due ragazze, identificate solo con le iniziali di T. per la giovane americana di 20 anni e C. per quella di 19. Le due ragazze, aiutate da un interprete, parlano di quanto accaduto. Il verbale di T. inizia alle 18 dello stesso giorno. Racconta di aver bevuto moltissimo insieme alla sua amica, come confermato dall’alcoltest, e di aver chiesto aiuto a due poliziotti, poi identificati come carabinieri, per tornare a casa. Dopo esser tornati a casa sulla gazzella dei due militari T. racconta di essersi separata dall’amica, che prende l’ascensore. Mente sale le scala nota che C. si sta baciando con uno dei due carabinieri, il 32enne Pietro Costa. Su un pianerottolo l’altro carabiniere, il cinquantenne Marco Camuffo, la spinge contro il muro, le abbassa i pantaloni e consuma un rapporto sessuale non consenziente secondo la sua testimonianza. In seguito T. si divincola, trascina la sua amica C. ancora nell’ascensore e si rinchiude in casa. Il presunto stupro di Firenze sarebbe avvenuto in questi termin secondo questa testimonianza.

IL PRESUNTO STUPRO DI FIRENZE RACCONTATO DA MARCO CAMUFFO E PIETRO COSTA

C. invece racconta di aver avuto un rapporto intimo in cui ha perso del sangue, e non è in grado di riconoscere l’uomo con cui ha avuto un rapporto, Pietro Costa, mentre identifica Marco Camuffo. Le versioni dei due carabinieri fornite dalla Nazione divergono su diversi punti da quelle della ragazze. Il primo elemento, il più importante, è la natura consenziente dei rapporti consumati. Marco Camuffo dice che T. si sia abbassata volontariamente i pantaloni per far sesso con lui. Dopo il rapporto la giovane chiede al carabiniere il suo numero di telefono, che lui segna nella sua rubrica telefonica. Pietro Costa racconta invece di aver visto Camuffo abbassare i pantaloni di T., e di aver fatto sesso con C. in ascensore perché l’altra ragazza americana aveva rimarcato come non fosse possibile entrare in casa.

 

Foto copertina: ANSA/MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

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