SuperEnalotto: vuoi sapere chi vince sempre?

L’OSCURO CASO SICILIANO – Nel leggere il regolamento, poi, si scoprono cose molto interessanti. L’erario lascia alla Regione Siciliana il 12,25 per cento della raccolta locale. Ne parlammo qualche anno fa. L’articolo 6 della legge 599/93 e del successivo decreto dell’11 giugno 2009 -Misure per la regolamentazione dei flussi fi­nanziari connessi all’Enalotto- specifica che lo Stato deve lasciare il 12,25 per cento delle somme giocate nell’Isola alla Regione. Questo significa che lo Stato, il quale incassa il 53,6 per cento delle somme giocate agli sportelli Sisal di tutta Italia, da Messina in poi riceve “solo” il 41 per cento. La Regione quindi incassa i soldi in aggiunta alla quota di diritto fisso -0,052 euro per ogni colonna giocata- e all’aggio delle ricevitorie, pari all’8 per cento della raccolta. Bella vita? Si. E c’è di più. L’articolo 6 della legge 599/93 riguarda “tutte le riscossioni dei giochi di abilità e dei concorsi pronostici riservati allo Stato a norma dell’articolo 1 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496”. Quindi la Regione Siciliana riceve un ottavo di tutti i giochi di questo genere. Il tutto è confermato dalla AAMS

NE VALE LA PENA? – Dopo aver scoperto che esiste un federalismo all’incontrario rispetto a quanto voluto dalla Lega Nord, con buona pace di Borghezio e compagnia cantante, cerchiamo di parlare di cose autentiche, ovvero di numeri e, possibilmente, di soldi. Questa tabella rappresenta le probabilità di vincita al Superenalotto in relazione ad altri concorsi a premi:

Il miglior commento è di Piergiorgio Odifreddi il quale nel 2008 diede una sua personale interpretazione di questo gioco:

Proviamo allora a calcolare qual è la probabilità di vincita al Super enalotto. Si devono indovinare 6 numeri su 6 ruote da ciascuna delle quali ne viene estratto uno da 1 a 90. La scelta per il primo numero ha 90 possibilità, la scelta per il secondo numero ne ha 89, perché i numeri devono essere tutti diversi. Le possibilità sono dunque 90 per 89, per 88, per 87 … Poiché però l’ordine non conta e ci sono 720 modi di ordinare 6 numeri, si deve dividere il prodotto per 720 e si ottiene 622 milioni circa. La probabilità di fare 6 al Super enalotto è dunque circa 1 su 622 milioni. E’ una probabilità estremamente bassa paragonabile a quella di centrare un numero telefonico che si vuole chiamare facendo 9 cifre a caso sulla tastiera del cellulare. Nessuna persona sana di mente, volendo chiamare qualcuno, farebbe un numero a caso sperando di trovarlo. Eppure è proprio quello che facciamo quando giochiamo al Super enalotto. Per avere un parametro di riferimento, provare a fare a caso il pin del bancomat di 5 cifre equivale a una probabilità di 1 su 100 mila. Ed è quindi circa 6 mila volte più facile che fare un 6 al Super enalotto. Si potreebbe provare a giocare tutte le possibili combinazioni di 6 numeri per essere sicuri di vincere. Questo richiede però di giocare 622 milioni di schedine e di spendere una cifra analoga in euro: poiché la vincita di giovedì era di 100 milioni, rimangono più di 500 milioni che vanno a finire in tasche altrui. Poiché però ogni settimana vengono giocate circa 100 milioni di schedine, in media qualcuno riuscirà a centrare il Super enalotto una volta ogni 6 settimane.

Odifreddi si riferisce al regolamento precedente al 1 luglio 2009, per il quale, come detto sopra, se fosse stato estratto lo stesso numero come primo nelle otto ruote, si sarebbe scalati alla seconda, o alla terza, e così via. Detto questo il risultato non cambia. Tecnicamente si tratta di un gioco irrazionale, dalle probabilità di vincita nulle. Il miraggio di una vincita che potrebbe sistemare sé stessi, i figli, i nipoti e qualche altro personaggio a conguaglio della famiglia, però, porta milioni di persone a inseguire un sogno tecnicamente irrealizzabile. A giocare e sognare sono anche i comuni. Tutti han bisogno di soldi. Pecunia non olet. E se è possibile sognare, si sogna anche in municipio.

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