Hai una tariffa telefonica a 28 giorni? L’Agcom valuta sanzioni per il tuo operatore
14/09/2017 di Redazione
L’irritazione che gli utenti dei contratti telefonici provano, da un po’ di tempo a questa parte, è sempre più in aumento. Il motivo è che tutti gli operatori, da Wind Tre, passando per Vodafone, Tim e Fastweb hanno stabilito per le loro nuove tariffe una scadenza a 28 giorni e non più mensile, «rosicchiando» ai propri clienti – di fatto – quasi un mese in più all’anno di spesa telefonica.
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TARIFFA TELEFONICA 28 GIORNI, ECCO IL PARERE DELL’AGCOM
Da oggi, però, questo loro comportamento potrebbe costare molto caro. L’Agenzia garante delle comunicazioni (Agcom) ha stabilito di «avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche».
Una prassi che si è consolidata soprattutto nel periodo compreso tra il mese di maggio del 2016 e il mese di aprile del 2017 e che ha rivoluzionato del tutto i piani tariffari dei vari clienti (che sono stati costretti dalle compagnie – loro malgrado – a modificarli).
TARIFFA TELEFONICA 28 GIORNI, LA PROTESTA DEI CONSUMATORI
Lo scorso marzo proprio l’Agcom aveva chiesto un ritorno alle tariffe a scadenza mensile (o di multipli del mese) con una delibera ufficiale. Delibera che, a quanto pare, è stata completamente ignorata. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, si è dimostrato soddisfatto della comunicazione dell’Agcom, ma ha chiesto delle sanzioni esemplari per gli operatori di telefonia mobile e fissa.
«Le compagnie telefoniche – ha dichiarato Dona – hanno proseguito imperterrite a violare la delibera di marzo scorso dell’Agcom, come se fossimo nel Paese delle banane. Per questo abbiamo presentato un esposto all’Antitrust, contro il reiterato comportamento degli operatori che si ostinano a fatturare a 28 giorni per la telefonia fissa e per la telefonia ibrida fisso-mobile».
Una questione, comunque, che resta controversa. Le compagnie telefoniche, sempre nel marzo scorso, avevano presentato un ricorso al Tar del Lazio contro la delibera dell’Agcom. In attesa del pronunciamento del tribunale amministrativo, in ogni caso, hanno continuato a operare come se nulla fosse accaduto, insistendo ancora sulla fatturazione a 28 giorni.