Cosa possiamo fare contro il lavaggio del cervello degli estremisti islamici?
23/11/2015 di Redazione
Terrorismo radicalizzazione
La radicalizzazione dei ragazzi di fede islamica è uno dei temi più urgenti da affrontare per contrastare il rischio terrorismo in Europa. Secondo gli esperti tedeschi il modo migliore di contrapporsi all’Islam violento che affascina molti giovani è la collaborazione di scuole, associazioni, famiglie e istituzioni, per impedire la caduta nella marginalità radicale da cui venivano anche i terroristi di Parigi.
GIOVANI RADICALIZZATI
Deutche Presse Agentur, l’Ansa tedesca, ha elaborato un’analisi su come prevenire la radicalizzazione dei giovani musulmani. Un fenomeno particolarmente inquietante, visto che finora gli attentati terroristici effettuati in Francia sono stati compiuti prevalentemente da ragazzi sotto i 30 anni che dopo anni di esclusione sociale hanno trovato un, folle, riscatto nel jihadismo assassino. I fratelli Kourachi che hanno compiuto la strage contro la redazione di Charlie Hebdo così come gli attentatori di Parigi del 13 novembre 2015 erano ragazzi cresciuti in Francia, che hanno compiuto improvvise radicalizzazioni poco coerenti con le loro precedenti vite. Sembra che nel terrorismo islamico abbiano trovato uno sfogo al loro nichilismo che al loro credo religioso. Per gli esperti interrogati dalla DPA il modo migliore per contrapporsi alla radicalizzazione è rendere immuni i ragazzi dalla propaganda degli estremisti e del loro lavaggio del cervello islamico. Per fare questo è necessario un intervento molto anticipato, offrire un percorso ai ragazzi, così come investire più risorse. La prevenzione deve diventare più strategica, avere un lungo respiro e coinvolgere tutti gli attori attorno a cui ruota la vita dei giovani prima della loro radicalizzazione definitiva.
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PREVENZIONE DAL RADICALISMO
In questo momento la scena salafita attiva in Europa può cogliere una fase molto favorevole per attrarre i giovani sulla via del radicalismo. Gli attentati di Parigi possono sembrare terrificanti alla maggior parte delle persone, ma per chi subisce il fascino della propaganda jihadista una simile esibizione di forza rischia di risultare attraente. Anche per questo ISIS, come prima al-Qaida, ha puntato così tante risorse sulla propaganda su internet prima e poi sui social media. Il luogo più importante per la prevenzione rimane la scuola. Secondo gli esperti sentiti da DPA quando si interviene con grande anticipo su ragazzi a rischio radicalizzazione l’effetto può essere molto positivo. L’aspetto importante è un’azione comune da parte di scuola, strutture per le politiche giovanili, associazioni, comunità islamiche, così come polizia. Non sempre però la prevenzione può essere efficace, come spiega Lamya Kaddor, autrice di un libro sui motivi per cui i ragazzi tedeschi si siano convertiti alla jihad e al terrorismo islamico. Particolarmente pericolosa è la contrapposizione tra il “noi” e il “loro”, che spinge i giovani di religione islamica a trovare un’identità nella comunità estremista. Per Jochen Müllerpuò sembrare banale, ma l’aspetto fondamentale contro la radicalizzazione è il confronto con i giovani, prenderli sul serio, far esprimere i loro desideri come le loro necessità, e conoscere le biografie.
Photo credit: ZAC BAILLIE/AFP/Getty Images