La donna stuprata e mai risarcita: «Io, abbandonata dallo Stato»
19/05/2017 di Redazione
L’indennizzo dello Stato «è previsto dall’Europa, se fossi stata aggredita in Francia o Germania sarei stata risarcita. Invece l’Italia non mi ha sostenuto». Parla così la donna di 40 anni di Torino che sei anni fa è stata vittima di uno stupro nel garage di casa e che si è vista negare un risarcimento. Ne abbiamo parlato anche ieri. Lo stupratore è stato condannato a 8 anni e due mesi di carcere, ma la vittima non è stata da lui risarcita in quanto indigente. Roberta, questo il nome della donna, ha dunque querelato la presidenza del Consiglio, chiedendo un indennizzo economico per l’omessa attuazione di una direttiva comunitaria, la numero 80 del 2004, che obbliga i Paesi dell’Unione Europea a risarcire le persone vittime di violenza intenzionale. Il tribunale civile di Torino ha però negato l’indennizzo rilevando come la 40enne non abbia sfruttato ogni mezzo per accertarsi della situazione patrimoniale dell’aggressore.
DONNA STUPRATA E NON RISARCITA
«La battaglia legale che sto facendo per l’indennizzo – dice oggi la donna in un’intervista rilasciata a Federica Cravero per Repubblica – è per sensibilizzare tutte le donne che stanno passando quello che è accaduto a me. Ma è anche una rivalsa nei confronti dello Stato, perché lo Stato non mi ha tutelato quando sei anni fa sono stata aggredita da uno stupratore seriale e adesso mi ha abbandonata, non assicurandomi nemmeno un risarcimento». All’estero, sottolinea la vittima, sarebbe andata diversamente:
Perché non ha provato a farsi risarcire dal suo aggressore?
«Quell’uomo non ha nulla. Per giunta si deve pagare un bel po’ per fare un’ingiunzione di pagamento: sarebbe stato inutile visto che avremmo trovato solamente un conto vuoto».
Quindi ha provato la strada dell’indennizzo dello Stato?
«È previsto dall’Europa, se fossi stata aggredita in Francia o Germania sarei stata risarcita. Invece l’Italia non mi ha sostenuto».
Cos’è che la delude di più?
«Mi sono sentita abbandonata. È vero che il mio aggressore ha avuto una pena molto alta, otto anni e due mesi con l’abbreviato, ma la condanna si è alzata perché in Italia la rapina a mano armata è punita più severamente dello stupro. Inoltre era recidivo, era già stato cinque anni in carcere per violenza sessuale e dopo di me ha aggredito altre ragazze. Io non so cosa si possa fare, non so se sia giusta la castrazione chimica per esempio, ma stiamo parlando della sicurezza delle persone».
(Foto generica da Pixabay.com)