Donald Trump si congratula con Erdogan per la vittoria al referendum
18/04/2017 di Andrea Mollica
Donald Trump ha telefonato a Recep Tayyip Erdogan per congratularsi con il presidente della Turchia per la sua vittoria al referendum costituzionale. Un gesto diplomaticamente molto rilevante, che evidenzia una nuova separazione tra gli Stati Uniti e l’Europa. Dopo la diffusione dei risultati della consultazione turca i leader UE si sono astenuti dal fare commenti, anche alla luce delle contestazioni alla regolarità del voto denunciate dagli osservatori internazionali. Una delle scelte più controverse è stata il conteggio delle schede votate nonostante non fossero state precedentemente timbrate dai presidenti di seggio, in aperto contrasto con la stessa normativa elettorale turca. Erdogan ha però irriso i critici, rimarcando come il popolo abbia decretato la sconfitta dei crociati che volevano impedire la trasformazione costituzionale della Turchia. Dopo la diffusione dei risultati del voto, che saranno ufficializzati tra una decina di giorni, è stato inoltre prolungato per tre mesi lo stato d’emergenza, proclamato dopo il fallito golpe dell’estate scorsa. La campagna referendaria è stata caratterizzata dalla stretta repressiva delle autorità, che hanno proseguito la torsione autoritaria ormai evidente in Turchia da diverso tempo. La telefonata di Trump rappresenta un sostegno importante per Erdogan: la Turchia è un membro della Nato, e per gli Usa rimane un alleato indispensabile nello scenario mediorientale. Sulla Siria Obama ed Erdogan si erano più volte contrapposte: la passata amministrazione federale rimproverava l’eccessiva aggressività delle forze armate turche sul terreno, così come lo scarso contrasto all’ISIS; Erdogan invece non tollerava l’aperto sostegno americano ai curdi siriani, che minavano il suo continuo sforzo di reprimere l’indipendentismo della più grande minoranza etnica residente della Turchia. La Turchia, sempre più vicina all’Islam tradizionalista delle monarchie del Golfo Persico, ha anche flirtato nei mesi scorsi con la Russia, anche se i suoi interessi sulla questione siriana appaiono fin troppo distanti da quelli di Mosca per ipotizzare una rottura coi suoi partner storici.
Foto copertina: Depo Photos/ABACAPRESS.COM