Tullio Simoncini e il bicarbonato che cura il cancro
06/11/2012 di Alessandro D'Amato
La trasmissione Rai Codice A Barre, condotta da Elisa Di Gati, si è occupata oggi di Tullio Simoncini, il medico che ha tentato di curare i malati di cancro con il bicarbonato di sodio, già condannato per omicidio colposo e che è accusato di aver provocato la morte di Luca Olivotto. La trasmissione è cominciata con un’intervista a Olindo Olivotto, il padre di Luca.
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LA VERITA’ DI OLINDO – Il padre comincia raccontando della malattia di Luca: “Una persona speciale, unico nel suo modo di vivere”. Quando è arrivata la diagnosi di tumore al cervello? “Il 20 giugno di quest’anno abbiamo scoperto questa recidiva impressionante; per vent’anni abbiamo monitorato costantemente il ragazzo, dopo un’operazione all’età di nove anni fatta per l’epilessia”. Olindo racconta della vita che ha passato Luca, senza nessun farmaco. Nel 2007 la formazione sembrava visibile nelle risonanze, i controlli passano a due anni. “Tutto normale, ma quando abbiamo scoperto la recidiva abbiamo chiesto ai medici e ci è stato detto che si vedeva già da anni”. Olivotto spiega che il bicarbonato è stato iniettato nell’arteria, e poi racconta del suo incontro a Roma con Simoncini nel suo pseudostudio, in realtà un’abitazione. “Non ha nemmeno visto per bene le risonanze, nonostante un mio amico le avesse portate”. E’ vero che ha promesso il 70% delle possibilità? “Sì, ha detto i due terzi e poi ha detto il 70%. Luca aveva una recidiva di vent’anni che faceva sperare in un tumore non di grande aggressività. E mi disse che potevamo anche fare un intervento chirurgico, una “pulizia”, e poi le somministrazioni successive”.
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LE STRADE ALTERNATIVE – “Non ci sono cure sicure contro il cancro, oggi – continua il papà di Luca – e ci hanno detto di fare un’operazione e poi di ridurre il tumore con la chemio o con la radioterapia. Simoncini invece ci dava una speranza, e soprattutto ci diceva che questa terapia non avrebbe incontrato problemi”. Dove l’ha trovato? “Su internet, abbiamo trovato la terapia, abbiamo cercato di contattare le persone che spacciava per guariti ma nessuno ci rispondeva. Comunque non ritenevamo che ci fosse gente così sfacciata, specialmente dopo la radiazione”. E l’Albania? Lei ha chiesto informazioni? “Mi fece vedere le immagini per garantirmi, le faccio vedere la nostra clinica. Era un albergo a cinque stelle, solo che era chiuso. Venimmo accolti da un custode che ci portò al secondo piano. Era ancora in ristrutturazione, transennato”.
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I SOLDI – Quanti soldi vi ha chiesto Simoncini? “Lo vedemmo il lunedì mattina e ci chiese subito dei soldi, i due terzi della somma pattuita, non con un assegno o una carta di credito: mi chiese subito del contante”. Quando gli dissi che ero impossibilitato, mi rispose: “E’ lei che è superficiale perché è del sud”. Olindo racconta di un bonifico bancario e di 2500 euro in contanti, a quel punto ha detto che andava tutto bene. Emily de Cesare invita Tullio Simoncini a rispondere in trasmissione: “In questo momento non posso parlare, mi scusi”, risponde lui. “Vada in rete e lo trova, purtroppo questi giornalisti raccontano bugie ma io sono stato fatto dottore honoris causa. Siamo tutti vaccinati, si sa bene come funzionano le cose. La faccio chiamare dall’avvocato”.
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FRODE E OMICIDIO COLPOSO – La conduttrice ricorda le condanne di Simoncini: “Questo è un delinquente truffatore abituale”, dice Mario Falcioni del Tribunale dei diritti del Malato. E’ presente anche l’avvocato Francesco Lauri dell’Osservatorio Sanità, mentre si parla delle visite che continua a fare. “Luca è morto per la somministrazione massiccia del bicarbonato”, ricorda Lauri, “c’è l’omicidio volontario o preterintenzionale, non colposo”.
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