Perchè l’Europa si scontra con Erdogan e la Turchia
13/03/2017 di Redazione
La Turchia di Erdogan ha un rapporto sempre più conflittuale con l’Europa. Dopo la Germania anche i Paesi Bassi hanno disdetto comizi dei ministri del governo di Ankara in vista del referendum costituzionale del 16 aprile. La Turchia potrebbe trasformarsi in una repubblica presidenziale, ed Erdogan sta puntando su una campagna di mobilitazione massiccia anche all’estero. Circa 5 milioni di turchi che vivono in Europa occidentale, prevalentemente in Germania e in Paesi confinanti come Francia, Paesi Bassi e Belgio, possono votare all’elezione che rappresenta la più importante occasione di Erdogan per consolidare il suo potere in Turchia. Salito al potere nel 2002 come premier dell’Akp, il partito di ispirazione musulmana che è stato osteggiato dall’esercito repubblicano nei decenni passati, Recep Tayyip Erdogan spera di ottenere al referendum costituzionale la definitiva consacrazione al suo ormai lunghissimo potere. La partita però appare aperta: i sondaggi non sono unanimi, ma l’unità degli elettorati che non vota per l’Akp potrebbe permettere il successo del No. Per questo motivo i voti esteri contano così tanto, anche perché permettono al presidente turco di scatenare un’ondata emotiva in suo favore. Erdogan ha accusato la Germania e i Paesi Bassi di pratiche naziste per i divieti di comizi imposti ai suoi ministri. Accuse respinte dai massimi esponenti dei due Paesi europei.
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Angela Merkel ha preferito non far deflagrare la polemica, e così ha fatto anche il premier olandese Mark Rutte, impegnato anch’egli come il rivale di Ankara in una battaglia decisiva per il suo futuro politico. Tra 2 giorni ci saranno le elezioni politiche nei Paesi Bassi, e lo scontro con la Turchia – a due ministri è stato negato l’ingresso – potrebbe permettere a Rutte di non perdere voti conservatori verso la destra nazionalista e anti Islam di Geert Wilders. Lo scontro con Erdogan è stato enfatizzato anche dal primo ministro della Danimarca, il liberale Lars Løkke Rasmussen, che ha rimarcato di esser contrario a ospitare il premier turco Binali Yıldırım nelle prossime settimane. Le tensioni tra l’Europa, in particolare la Germania, e la Turchia sono forti da ormai molti mesi. Il fallito colpo di Stato contro Erdogan ha generato una repressione durissima, con decine di migliaia di arresti che hanno ancora una volta evidenziato come lo stato di diritto in Turchia sia sempre meno rispettato.
Foto copertina: EPA/TUMAY BERKIN