Tutta la mafia a Roma e nel Lazio

29/07/2013 di Donato De Sena

 

GENNAIO-GIUGNO 2011 – Nel primo semestre del 2011 il lavoro della Dia rivela ancora un ruolo minore della grande criminalità organizzata siciliana nel Lazio relativamente all’infiltrazione nel tessuto economico produttivo. La ‘ndrangheta si conferma invece particolarmente attiva. L’ambito privilegiato dalle organizzazioni calabresi resta il mercato degli stupefacenti. Il 19 gennaio, nel quartiere romano di Tor Tre Teste, viene ucciso con numerosi colpi di pistola, esplosi da distanza ravvicinata, all’esterno di una sala giochi, un pregiudicato calabrese domiciliato a Velletri, Roma. Il 9 marzo la Guardia di Finanza della Capitale, nel corso dell’operazione Hummer, sequestra, in Lazio, in Calabria, in Basilicata e in Toscana beni per 40 milioni di euro riconducibili alla cosca Muto di Cetraro, Cosenza. La camorra rafforza la sua presenza nella regione come prosecuzione delle attività svolte in Campania. Il 20 gennaio in un appartamento ai Parioli, viene arrestato Luigi Moccia, appartenente alla famiglia camorristica di Afragola. Dopo circa un mese, il 19 febbraio, nel quartiere Montesacro, viene catturato Emilio Tancredi, già collegato agli storici clan napoletani Alfieri e Zaza. Nell’ambito dell’operazione Orfeo dei Carabinieri del Ros il 3 maggio vengono poi raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere trentotto persone  ritenute vicine al clan camorristisco Senese, attivo nella Capitale, e alla famiglia Moccia. L’operazione smaschera un’organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti nei quartieri Appio, Tuscolano e Laurentino. L’11 maggio la Guardia di Finanza di Napoli e Roma sequestra, sia in Campania che in Lazio, appartamenti dal valore di centinaia di milioni di euro riconducibili al clan mallardo di Giugliano in Campania. Infine, l’operazione Verde Bottiglia condotta dalla Dia per il contrasto alle strutture affaristiche dei Casalesi nel basso Lazio all’ablazione di un patrimonio camorristico costituito da società, ditte individuali, immobili, autovetture e rapporti finanziari localizzati a Cassino, Aquino, Castrocielo, Frosinone, Formia e Gaeta.

LUGLIO-DICEMBRE 2011 – Si conferma nel secondo semestre del 2011 la presenza in Lazio di attività del caln Ercolano di Catania, alleato dei Casalesi per il controllo degli affari del settore ortofrutticolo, della famiglia Triassi, presente lungo il litorale sud e a Ostia. Quattro siciliani vengono arrestati il 14 novembre nell’ambito di un operazione della Dia compiuta congiuntamente alla Squadra Mobile di Caserta. Gli arrestati vengono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori. Nuovi omicidi e ferimenti, intanto, confermano l’esistenza di contrasti tra gruppi criminali calabresi riferivili al controllo delle piazze di spaccio di droga e alla gestione di alcune sale da gioco nella Capitale. Sul fronte della lotta alla ‘ndrangheta il 3 agosto la Guardia di Finanza di Tivoli arresta, nell’ambito dell’operazione Lady Milly, sei persone componenti un sodalizio criminale dedito al commercio di stupefacenti, in diretto contatto con un’organizzazione di soggetti di origine calabrese. A capo del gruppo criminale è stato scoperto un noto pregiudicato. Il giorno seguente i Carabinieri del Nucleo Investigativo arrestano in flagranza di reato un calabrese, originario di Gioia Tauro, Reggio Calabria, in possesso di circa 50 kg di cocaina. Il 5 luglio 2011, a Roma, Ardea, Formello e Fiumicino, la Dia di Roma esegue una misura di prevenzione a carattere patrimoniale nei confronti di due componenti di un gruppo delinquenziale calbrese. Uno di essi, pregiudicato, residente ad Ardea, Roma, era in passato considerato vicino alla cosca Gallico. I beni posti sotto sequestro ammontano a circa 20 milioni di euro. La robusta presenza camorristica nella Capitale, nel frusinate, in provincia di Latina e, in particolare, nel sud pontino, si manifesta ancora a fine 2011 attraverso l’efficace infiltrazione nel tessuto economico, il mirato reinvestimento delle risorse finanziarie acquisite illecitamente nel settore immobiliare, nella ristorazione e nella gestione degli esercizi commerciali, e, infine, attraverso la scelta mirata di Roma come località di latitanza di esponenti di spicco dell’organizzazione criminale. Il 23 luglio nel quartiere tiburtino viene arrestato dalla Polizia di Stato il latitante Emilio Esposito, appartenente alla famiglia camorristica denominata ‘clan dei mozzoni’, originaria della zona di Sessa Aurunca, Caserta, e responsabile di estorsione aggravata. A Latina e provincia vengono raggiunti da provvedimenti di obbligo di soggiorno nel comune di residenza  e da misure autelari affiliati al clan Di Lauro e ai Casalesi. A Frosinone e provincia, infine, si conferma la presenza di gruppi autoctoni che fanno riferimento a clan napoletani e casertani.

GENNAIO-GIUGNO 2012 – La mafia siciliana e le altre grandi organizzazioni criminali operano ancora attraverso la consueta ‘strategia della sommersione’, con metodi meno pervasivi rispetto alla regione di origine. Per quanto concerne i gruppi siciliani il 18 aprile 2012, nell’ambito dell’organizzazione Plata 2009, i Carabinieri eseguono un provvedimento restrittivo nei confronti di 32 persone, ritenute responsabili di associalzione per deliquere finalizzata allo spaccio di cocaina e hashish, operante nel quartiere Trullo di Roma. Il clan era capeggiato da un pluripregiudicato di Partanna, Trapani, da tempo residente nella Capitale, e già inserito in contesti criminale dediti al traffico internazionale di stupefacenti. Infine, le continue indagini dell’operazione Sud Pontino relativa al controllo del mercato ortofrutticolo di Fondi, hanno condotto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone appartenenti ad organizzazioni operanti in Campnia e in Sicilia, con ruolo di vertice nel sodalizio casertano dei Casalesi e in Cosa nostra. Sul fronte della ‘ndrangheta si rileva un decreto di confisca, emesso il 22 giugno, nei confronti di un imprenditore romano interessato alla conduzione di numerose aziende operanti in diversi ambiti. Il 22 febbraio viene arrestato dalla Squadra Mobile di Roma un latitante di Taurianova, Reggio Calabria, che aveva trovato rifugio presso l’abitazione di un noto pregiudicato calabrese. Il 5 giugno viene eseguito un decreto di sequestro nei confronti della cosca Alvaro di Sinopoli, Reggio Calabria, di beni del valore di 3,5 milioni di euro. Per quanto concerne la camorra, invece, la città di Roma – rileva la Dia – sembra essere diventata un luogo di dimora privilegiato. Nel primo semestre del 2012 vsi segnala che il clan Pagnozzi intrattiene rapporti con gli alleati dei clan Moccia e Cava ma anche con esponenti della criminalità romana ritenuti contigui al clan napoletano Senese. Sul litorale nord si attestano alcuni epigoni del clan Gionta e Gallo di Torre Annunziata e presenze riconducibili ai Mazzarella e al vecchio clan Giuliano. Sul litorale sud si rilevano presente del clan Moccia. Nel sud pontino i Mallardo di Giugliano in Campania sono impegnati in investimenti finanziari con il contributo di soggetti impenditoriali dei quali è stato accertato il coinvolgimento. Nel frusinate, infine, operano sia affiliati ai Casalesi che ai clan napoletani.

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