Tutta la verità sul credito per le microimprese (che non è solo dei 5 Stelle)
06/03/2015 di Stefania Carboni
Premessa. È iniziativa senz’altro lodevole che dei parlamentari sottraggano dal loro stipendio una parte dei soldi per poterla devolvere a un fondo per il credito alle microimprese. Restituire ai cittadini una parte di soldi “dei cittadini” è senz’altro un buon esempio: da seguire. Ma, a parte ciò, lanciare come slogan “Adesso c’è il microcredito: un prestito che puoi ottenere subito, grazie al fondo creato dai parlamentari 5 stelle con il taglio del loro stipendio, che ora torna ai cittadini” è un po’ forzato. In primis perché il fondo per il credito alle microimprese non è stato creato dai parlamentari 5 Stelle. Deputati e senatori M5S ci contribuiscono versando all’interno del fondo (garantito dal MISE) i 10 milioni raccolti dagli ultimi due restitution days.
Ho restituito 112.000 euro dal taglio dei miei stipendi #microcredito5stelle http://t.co/SIBhfjp5PV pic.twitter.com/qN5umQ3WGZ
— AlessandroDiBattista (@ale_dibattista) 6 Marzo 2015
#microcredito5stelle Detto, fatto! Grazie a M5S è stato aperto il fondo per il microcredito alle PMI. Qui le info: http://t.co/yWSjoU4KYR
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 4 Marzo 2015
MICROCREDITO PER LE IMPRESE: DA DOVE ARRIVANO I SOLDI – Prestiti fino a 35 mila euro, restituibili in 7-10 anni, per autonomi, PMI, micro imprese, professionisti, singoli imprenditori, per chi insomma vuole aprire una piccola attività. Questo è il bando Microcredito PMI, sul quale – come spiega il sito di settore PMI – sarà attivato un click day all’inizio del prossimo mese di aprile. Come si finanzia? Allora, il totale disponibile è di 40 milioni di euro, 30 messi a disposizione da parte del ministero dello Sviluppo Economico, e 10 dal Movimento 5 Stelle. Qui c’è la nota tecnica messa a disposizione da M5S. Una nota in cui ci sono i riferimenti normativi in merito:
Art. 111 – Testo Unico Bancario – Decreto Legislativo 1° settembre 1993, n.385
x Decreto MEF 17 ottobre 2014 n. 176 – G.U. 1 dicembre 2014
x Decreto MISE 24 dicembre 2014 – G.U. 3 febbraio 2015
x In attesa di integrazione al DM 24/12/2014 per domanda on-line sul sito Mise
Cosa è il decreto MISE del 24 dicembre? Quello con cui di fatto si istituiscono le risorse finanziarie del fondo. All’articolo 1 si specifica la somma destinata dal ministero:
una quota pari al 5 percento delle risorse disponibili per la concessione di garanzie del Fondo alla data del 1° gennaio di ogni anno, fino a un importo annuo massimo di euro 30.000.000,00. La predetta quota e l’importo annuo massimo delle risorse disponibili sono aggiornate, con cadenza biennale, con provvedimento del Ministero dello sviluppo economico, sentito l’Ente nazionale per il microcredito, tenuto conto dell’andamento del mercato e delle garanzie rilasciate.
E i 5 stelle come possono contribuire? In realtà anche “altri” potrebbero dare (in futuro) una mano. Ecco come:
2. Per la concessione delle garanzie di cui al presente decreto, sono altresì utilizzate le somme affluite al Fondo rivenienti dai versamenti di enti, associazioni, società o singoli cittadini ai sensi dell’articolo 1, comma 5-ter, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98 e successive modificazioni e integrazioni.
MICROCREDITO: LE RATE E LE COPERTURE – Perché il microcredito conviene? Perché non serve avere, per poterlo ottenere, le stesse garanzie che vengono normalmente richieste per un prestito bancario. Attenzione però: non si entra dentro la grande favola dei soldi a fondo perduto. Anzi. Ogni richiedente potrà ottenere un prestito base di 25mila euro, una somma che può raggiungere i 35mila ma con un’erogazione frazionata. Quest’ultimo step è possibile solo se si rientra in determinati canoni: il pagamento puntuale delle ultime sei rate e lo sviluppo del progetto finanziato. Come? Verificando i risultati intermedi e stabilendoli grazie all’operatore di microcredito individuato. «Il finanziamento – sottolinea il sito PMI – viene restituito con un piano di rate trimestrali, che dura sette anni, oppure dieci se il finanziamento riguarda anche progetti formativi». Da precisare è che il Fondo garantisce, ma è l’operatore di microcredito (banca) che si rapporta al beneficiario finale.
La garanzia diretta del Fondo sui finanziamenti di cui all’articolo 3 è concessa su richiesta del soggetto finanziatore fino alla misura massima dell’80 percento dell’ammontare del
finanziamento da questi concesso. Entro il predetto limite, la garanzia diretta del Fondo copre fino all’80 percento dell’ammontare dell’esposizione per capitale, interessi, contrattuali e di mora, del soggetto finanziatore richiedente nei confronti del soggetto beneficiario finale
MICROCREDITO: I LIMITI DI ACCESSO – Chi non può accedere al microcredito? Chi possiede la partita IVA da più di 5 anni o ha un numero di dipendenti/collaboratori superiore a cinque (altrimenti si entra nei canoni d’applicazione della Legge Fallimentare).
Dal primo aprile in poi si potrà fare domanda. Dato che però – nonostante i banner e i tweet – la questione non sembra mica semplice è consigliabile aderire alla campagna informativa “Il Microcredito passa dai Consulenti del lavoro”, utile per informarsi della iniziativa.
La “tradizione” del fondo alle microimprese non è nemmeno di questo governo. Un pionere del modus operandi fu infatti Romani Prodi quando al governo nel 1996 tentò l’impresa (con la legge n. 662). Provò, perché in realtà il fondo è operativo sotto la guida del ministero dello Sviluppo economico a partire dal 2000. Detto ciò il Microcredito non è un fondo del Movimento 5 Stelle ma un fondo a cui il Movimento 5 Stelle contribuisce con 10 milioni di euro. Un fondo regolamentato oggi grazie al Testo Unico Bancario e i decreti MISE e MEF. Dal governo. Dentro cui, oltre ai 10 milioni dei 5 stelle, ci sono anche altri 30 milioni: da sfruttare. Slogan a parte.
(in copertina LaPresse/Vincenzo Livieri)