L’altra guardia svizzera che confessa le molestie sessuali subite in Vaticano
13/01/2014 di Dario Ferri
Un’altra guardia svizzera denuncia di aver subito molestie sessuali da parte dei vescovi e dei religiosi del Vaticano. Dopo le rivelazioni, anonime, di G., un altro componente dell’esercito a disposizione della Chiesa cattolica racconta le vivaci notti degli alti prelati, e la loro passione per i giovani elvetici, da concupire con molto alcol.
NUOVE MOLESTIE – Le confessioni di una guardia svizzera al quotidiano elvetico Schweiz am Sonnat, riferito con la sola iniziale di G., hanno suscitato una vasta eco mediatica in tutto il mondo. L’ex componente dell’esercito che tutela l’incolumità del Papa tra le mure del Vaticano aveva raccontato di numerose molestie subite da cardinali, vescovi e religiosi che vivono nella Santa Sede. Episodi boccacceschi che sono stati ora confermati da un’altra ex guardia svizzera. La nuova edizione di Schweiz am Sonntag, uno dei più diffusi settimanali domenicali all’interno della Confederazione Elvetica, ospita nuove rivelazioni sui segreti delle notte vaticane. Uno stretto parente di un membro dell’esercito del Papa ha infatti confermato la ricostruzione fatta da G. sulle numerose avances fatte da cardinali, vescovi e religiosi nei confronti dei giovani elvetici che prestano servizio in Vaticano.
ALCOL E UOMINI IN DIVISA – La nuova guardia svizzera che ha raccontato le molestie subite ha lavorato per ben dieci anni presso la Santa Sede. L’uomo, che proviene dalla Svizzera tedesca, ha ricevuto numerose proposte da cardinali e vescovi, con tanto di cene galanti offerte insieme a molto alcol. La pressione nei suoi confronti, ha raccontato il parente della ex guardia svizzera a Schweiz am Sonntag, era costante, con continue visite notturne quando era di turno. Uno dei suo corteggiatori in tonaca si era anche recato in Svizzera quando il militare era in ferie, per proseguire le sue avances. All’inizio l’ex guardia svizzera non si rendeva conto di quanto succedesse, visto che pensava che le gentilezze fossero rivolte a lui solo come forma di cortesia. Le proposte di carattere sessuale sempre più esplicite hanno però svelato la vera natura delle attenzioni che i religiosi vaticani rivolgevano nei suoi confronti. L’ex guardia svizzera, ha rivelato il suo parente, preferisce però non dire il suo nome, anche in ragione della forte fede cattolica, che è stata scossa dai comportamenti visti durante gli anni di servizio presso la Santa Sede.
TIMORI PER LA DENUNCIA – Un’altra motivazione del silenzio della ex guardia svizzera è il timore per il potere della Chiesa, e la difesa della sua famiglia. L’uomo si è nel frattempo sposato, e non vuole avere ripercussioni sulla sua nuova vita. Un’inquietudini compresa da G., l’altro componente dell’esercito elvetico a disposizione del Papa che ha dato il via al caso. L’ex guardia svizzera non ritiene che l’anonimato rappresenti un problema, ed auspica che altri suoi commilitoni prendano coraggio e rivelino quanto subito, al fine di aumentare la pressione sulla doppia morale che impera in Vaticano. Una valutazione che la Guardia Svizzera pontificia rifiuta assolutamente. Il corpo militare preferisce non commentare questa ondata di rivelazioni, perché non pertinenti ai compiti dell’organizzazione. La Guardia svizzera, rimarca Schweiz am Sonntag, ha anche rifiutato di rispondere alle dichiarazioni di un ex comandante del corpo militare, che avrebbe indicato ai suoi giovani sottoposti di evitare determinati religiosi, chiamati per nome, perché noti per le loro attenzioni sessuali verso i giovani.