Una parte del Dossier Mitrokhin è diventata pubblica

09/07/2014 di Mazzetta

Mario Scaramella Also Suffering Polonium Poisoning
Mario Scaramella

DOCUMENTI VERI- I documenti si calcola abbiano prodotto «3.500 rapporti di controspionaggio trasmessi a 36 nazioni, redatte dal SIS, il servizio di controspionaggio inglese, sulla base delle note manoscritte che l’ex archivista copiò da documenti segreti del KGB. Le schede relative all’Italia vennero consegnate al SISMI a partire dal 1995 fino al 1999 e corrispondono a un arco temporale che va dal 1972 al 1984, anno in cui Mitrokhin andò in pensione.

LE SPIE DI MOSCA – Dall’esame dei documenti è stato possibile risalire alle spie al soldo dei sovietici durante la Guerra Fredda, ai finanziamenti ai partiti fratelli, e si è scoperto che nel nostro paese erano stati allestiti anche alcuni depositi d’armi, dotati anche di apparati radio per la trasmissione a lunga distanza, che furono individuati e smantellati, tutti tranne uno sul quale nel frattempo era stata costruita una palazzina senza che nessuno ufficialmente abbia mai più saputo nulla di quelle armi.

LA MACCHINA DEL FANGO – Lo straordinario valore storico dell’archivio e la sua segretezza hanno però reso quei documenti una delle leve con la quale nei primi anni del secolo la truppa berlusconiana mosse una formidabile macchina del fango. Il Dossier Mitrokhin andò ad alimentare e ad inquinare i lavori della commissione parlamentate d’inchiesta su Telekom Serbia e di quella non meno famigerata che prese il nome del padre del dossier, che dal 2002 fino alla sua vergognosa chiusura produsse una mole di calunnie, per lo più incredibili già a prima vista. La Commissione Mitrokhin si segnalerà in assoluto come fonte di storie incredibili, perché se la Telekom Serbia mirava a bollare Romano Prodi e altri big del centrosinistra come corrotti, quella presieduta dal vulcanico senatore Paolo Guzzanti presenterà agli italiani Romano Prodi nell’incredibile veste di agente di Mosca.

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