Unioni civili, Alfano su stepchild adoption: «Si rischia una ferita nella maggioranza»
05/02/2016 di Redazione
Nel corso di un forum al Mattino di Napoli il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha ribadito la linea di Ncd su unioni civili e stepchild adoption: la norma sulle adozioni – ha affermato – va stralciata e inserita «in un provvedimento specifico». Il titolare del Viminale ha anche confermato di temere una ferita nella maggioranza («è un pessimo affare forzare i toni su un argomento simile»):
Lei ha ricordato che al ministro Costa è stata data la delega alla famiglia. Sul tema delle unioni civili però lei la pensa all’opposto del premier Matteo Renzi: si rischia una ferita nella maggioranza?
«La mia posizione è nota da anni ed è semplice: la famiglia è composta da un uomo e una donna. Le coppie di persone dello stesso sesso non solo vanno profondamente rispettate ma meritano maggiori diritti patrimoniali, di assistenza ospedaliera e così via. Penso all’eredità, alla previdenza, alla casa. Tutto questo ci vede a favore. Ma ciò non ha nulla a che vedere con il tema delle adozioni. La nostra proposta di buon senso è di approvare subito, insieme al Pd, una norma che dia più diritti alle persone con legami affettivi, anche dello stesso sesso. E di stralciare la norma sulle adozioni, da inserire in un provvedimento specifico. Ci sono tante coppie che vorrebbero adottare bambini e che oggi si trovano in difficoltà».Non ha risposto alla domanda: ci saranno conseguenze per il governo se la vostra mediazione sarà respinta e se il provvedimento passerà con il sostegno dei Cinque Stelle?
«Il Partito democratico guida il governo, tante regioni, migliaia di città: ma che interesse ha a fare una legge che parla di adozioni per coppie omosessuali? Non è mio stile né è tatticamente giusto fare minacce. Ci sforzeremo fino all’ultimo di spiegare che è un pessimo affare forzare i toni su un argomento simile. Noi voteremo di sicuro no alle adozioni seguendo la nostra coscienza, ma su tale tema dico al Pd che sarebbe saggio non dividersi. Ed è bene, anche per le istituzioni, non dividere così tanto il Paese».
(Foto di copertina: Ansa / Giuseppe Lami)