Valeria Solesin, piazza San Marco gremita per il funerale

24/11/2015 di Redazione

Una piazza San Marco blindata accoglie il feretro di Valeria Solesin, la studentessa e cooperante italiana rimasta uccisa durante l’attentato a Parigi: morta al Bataclan, la sala da concerto in cui si esibiva il gruppo musicale degli Eagles of Death Metal, fra le braccia del ragazzo Andrea. Una cerimonia laica davanti alla basilica di Venezia, come da volontà della famiglia, in cui tutti gli interessati hanno potuto, e stanno potendo, lasciare un saluto alla ragazza veneziana diventata simbolo della strage dell’Isis nella capitale francese.

VALERIA SOLESIN, PIAZZA SAN MARCO GREMITA PER I FUNERALI

A spiccare sono le parole del padre di Valeria, Alberto Solesin, pronunciato dopo quello del sindaco Luigi Brugnaro. “Se è lontanamente vero quello che è stato detto in questi giorni che la nostra compostezza è stata un esempio per il Paese, ciò era un atto dovuto”, ha detto Solesin.

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“Mai fermarsi, mia sorella non me lo perdonerebbe mai. Non sento rabbia ma soltanto un enorme vuoto. E una consapevolezza: non dargliela vinta, non spaventarci, ma continuare nell’unica direzione in cui Valeria avrebbe voluto: provare davvero a cambiare le cose, a fare in modo di vivere in un posto migliore”, sono le parole che giorni fa hanno pronunciato i membri della famiglia di Valeria; parole che hanno animato la piazza dove sono risuonati gli inni italiano e francese in apertura di cerimonia, e in chiusura l’Inno alla Gioia, musica dell’Europa Unita. “Ringrazio i rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica, musulmana in presenza congiunta in questa piazza simbolo del cammino comune degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione”, ha continuato Alberto Solesin, con delle parole che rimarranno certamente agli annali. “Ripensandola non voglio isolare la sua immagine nel

contesto in cui viveva a Parigi: l’università Ined, l’istituto nazionale di studi demografici, i bistrot, le birrerie in cui amavano incontrarsi tanti ragazzi e ragazze come Valeria gioiosi,
operosamente rivolti ad un futuro che tutti mi pare insieme a lei vogliono migliore”.

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Hanno parlato, come ha detto il padre di Valeria, i rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste, primo il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia: “Si tratta del coraggio di dire, abbiamo sbagliato tutto, chiedete perdono. La vostra cultura ci fa inorridire ma non ci intimidisce, ci sgomenta ma ci fortifica per opporci ad essa sul piano culturale ed umano, in nome di Dio cambiate il vostro modo di essere. Mai e poi mai condivideremo con voi ciò che vi appartiene, l’odio. Non riuscirete a portarci ad odiare, sarebbe la vostra vittoria, sarebbe la nostra sconfitta”. E ancora i rappresentanti della comunità ebraica: “Le parole che hai sentito, Valeria, ti accompagneranno nella tua vita eterna. Noi pensiamo che i giusti non moriranno mai. Potrai essere un grande esempio per noi, il mondo e’ stato creato per persone come te che vogliono condividere il bene ricevuto”. E chiaramente di grande significato le parole del rappresentante della comunità mussulmana: “La nostra comunità vuole dirti che non in nome del nostro Dio, non in nome della nostra religione, che è una religione di pace, e certamente non nel nostro nome ti hanno assassinato come le altre vittime a Parigi e nel mondo. Porgiamo il nostro più sentito cordoglio alla famiglia Solesin. Cara Valeria non ti conoscevamo prima ma ora ti conosciamo attraverso le sagge parole dei tuoi genitori, la compostezza di tuo fratello Dario e del tuo fidanzato Andrea”.

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Gli amici erano in piazza con un fiore bianco in mano. “Potranno dire ogni cosa, la più nobile, la più seria, ma per noi sarai sempre quello che eri: un’amica, Valeria. Eri l’amica di sempre spontanea, dalla parola impulsiva a volte ruvida ma sempre pronta al dialogo: Valeria, eri meravigliosa”, ha ripetuto chi la conosceva. E dal vicino al distante, Roberta Pinotti legge il messaggio fatto avere dal presidente della Repubblica francese, François Hollande: “A nome della Francia, voglio solennemente dire che non dimenticheremo Valeria, venuta da noi a studiare per amore della vita e della cultura, e che ha trovato la morte sotto il fuoco dei terroristi. Condivido il dolore dei suoi genitori, di una dignità ammirevole, della sua famiglia, dei suoi cari, dei suoi amici e di tutta l’Italia”. Nel pubblico presente anche Sergio Mattarella, capo dello Stato, a simboleggiare “l’unità nazionale”; presente anche Agnese Renzi e altre autorità.

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