«Vi spiego perché la lobby gay è una minaccia per Papa Francesco»
20/01/2014 di Dario Ferri
In Vaticano esiste una lobby gay i cui membri sono così fedeli tra di loro che minacciano perfino la sicurezza del Papa. Ne è convinto l’ex responsabile delle Guardie Svizzere, che illustra al quotidiano Schweiz am Sonntag come la Chiesa in realtà tolleri l’omosessualità tra le sue file, a differenza delle condanne fatte in pubblico, ora diventate meno nette sotto il nuovo pontefice.
LOBBY GAY – La lobby gay del Vaticano esiste ed è un pericolo per il Papa. Ne è convinto Elmar Mäder, l’ex responsabile della Guardia Svizzera Pontificia, che ha diretto l’esercito a tutela della Santa Sede dal 2002 al 2008. L’ex militare ha spiegato il funzionamento dell’alleanza segreta tra gli omosessuali delle gerarchie ecclesiastiche in un’intervista al quotidiano Schweiz am Sonntag, che da qualche settimana ospita le rivelazioni fornite da ex componenti delle Guardie Svizzere. Il comandante Mäder esprime profondo scetticismo sui racconti boccacceschi svelati dai suoi ex sottoposti, anche se conferma di fronte al quotidiano elvetico come durante il corso del suo mandato militare abbia più volte constatato l’esistenza della cosiddetta lobby gay. « Non posso smentire la presenza di un network di omosessuali all’interno del Vaticano. La mia esperienza conferma l’esistenza di questo tipo di patto segreto». Secondo Schweiz am Sonntag era proprio Elmar Mäder il responsabile delle Guardie Svizzere che aveva ammonito i militari elvetici di stanza presso la Santa Sede a stare lontani dagli alti prelati che gli avrebbero sicuramente fatto avances sessuali.
OMOSESSUALITÀ NATURALE – Elmar Mäder avrebbe anche protestato per lettera contro il comportamento dei vescovi e dei cardinali gay, una missiva che avrebbe portato alle sue dimissioni da responsabile delle Guardie Svizzere. Circostanze non confermate, ma neppure smentite, dallo stesso militare, che a Schweiz am Sonntag rimarca come un ambiente di lavoro dove le persone siano prevalentemente maschi non sposati è in se un punto di attrazione per gli omosessuali. «La Curia romana corrisponde a questo tipo di ambiente, così come non stupisce che i pedofili frequentino luoghi come le scuole o le società sportive dove ci sono molti bambini». Per Mäder la Chiesa non condanna l’orientamento sessuale diffuso tra i suoi sacerdoti, nonostante le affermazioni in pubblico sostengano il contrario. Un comportamento che però cela un’insidia, perché l’ex responsabile delle Guardie Svizzere ritiene che il modo in cui sia vissuta l’0mosessualità all’interno della Chiesa rappresenti una minaccia per la sicurezza del Papa.
MINACCIA PER FRANCESCO – Elmar Mäder evidenzia a Schweiz am Sonntag i rischi per l’incolumità del pontefice costituito dalla lobby gay. «Ho notato durante la mia esperienza come molti omosessuali all’interno della Chiesa siano più fedeli tra di loro che rispetto ad altre persone o alle stesse istituzioni di cui fanno parte. Se questa lealtà si trasformasse in un network o patto segreto, allora secondo me non potrebbe essere più tollerata. Mi sembra che in Vaticano ci siano persone con ruoli decisivi che in questo momento la pensino in questi modo». Secondo Schweiz am Sonntag il commento di Mädersi riferisce alla dichiarazione di Papa Francesco, riferita in un’udienza privata, sull’esistenza della cosiddetta lobby gay. A Schweiz am Sonntag l’ex comandante delle Guardie Svizzere sottolinea come durante la sua carriera al vertice delle Guardie Svizzere abbia deciso di non promuovere persone di orientamento sessuale, proprio per non favorire la slealtà nei confronti delle istituzioni del Vaticano che riscontrava all’interno della Santa Sede. Comportamenti promossi dalla cosiddetta lobby gay.