Due terzi delle ordinanze per nomine e differenziata in calo. Il primo anno di Virginia Raggi
18/06/2017 di Redazione
Non solo poltronificio. Virginia Raggi non brilla nel lavoro pubblicato oggi su La Stampa sul bilancio del primo anno della sindaca 5 stelle a Roma. Se due ordinanze su tre sono dedicate alle poltrone non spicca il cambiamento in Ama
L’Azienda dei rifiuti è la chiave del successo o del fallimento del governo Cinque Stelle della città. Lo smaltimento dei rifiuti a Roma costa quattro volte quello di Milano, perché Ama è in grado di trattarne appena il 20 per cento: il resto lo paga ai privati e per trasportare l’immondizia in giro per l’Europa. Fra promesse di “modelli spagnoli”, “chilometri zero” e “riutilizzo totale degli scarti” nell’ultimo anno la situazione è persino peggiorata. Nel tentativo disperato di tenere al riparo le strade dai rifiuti ingombranti e da certa maleducazione, la percentuale di raccolta differenziata è scesa al 42 per cento, un punto in meno di un anno fa e in controtendenza rispetto al +8 per cento degli ultimi anni fa. Il nuovo piano industriale ridurrà gli investimenti: invece dei 300 milioni previsti per la creazione di nuovi ecodistretti e l’acquisto di mezzi, ne resteranno solo 110 per i mezzi. Nel frattempo l’unica decisione concreta è stata quella di affossare il progetto per il nuovo impianto di compostaggio a Rocca Cencia, inviso ai residenti. Da maggio a oggi ci sono stati tre strani incendi in altrettanti impianti di trattamento dei rifiuti: a Castelforte, Viterbo e Malagrotta. Di recente il ras del settore Manlio Cerroni ha annunciato che i due impianti dell’indifferenziata a Malagrotta non tratteranno più 1250 tonnellate di immondizia al giorno, ma solo 800. L’Ama sta tentando di aprirne uno nuovo a Ostia, ma a ottobre si vota nel Municipio e i vertici del M5S della zona sono contrari. Risultato: negli ultimi giorni nei quartieri a est della Capitale la situazione della raccolta è di nuovo al collasso.
Dato che il Comune sta pensando di togliere all’Ama la gestione diretta della tariffa sui rifiuti – come spiega La Stampa – le otto banche capeggiate da Bnl minacciano la cancellazione di un finanziamento di 600 milioni.
Il piano dell’ex numero uno Daniele Fortini prevedeva entro il 2021 di far salire all’80 per cento la quantità di rifiuti trattata direttamente da Ama. Per la gioia dei privati l’ultimo piano industriale approvato – quello deciso dalla ormai ex numero uno Antonella Giglio – ha abbassato quella stima al 29 per cento. Non solo: secondo quanto raccontano fonti interne all’azienda, starebbe aumentando anche il numero di appalti affidati con trattativa diretta invece che con regolare gara.
(Foto Zumapress da archivio Ansa)