Virginia Raggi verso l’assessore al bilancio. In corsa Salvatore Tutino, criticato da Carla Ruocco

Virginia Raggi starebbe puntando a Salvatore Tutino come assessore al Bilancio del Comune di Roma. Il problema è che Tutino non è molto amato dai 5 stelle. Fu molto criticato quando fu nominato dal governo Letta alla Corte dei Conti, in particolare dalla deputata Carla Ruocco. Il retroscena di Menicucci sul Corriere spiega come la nomina potrebbe creare non poche tensioni nel Movimento:

Perché, secondo «radio Campidoglio», Raggi — dopo settimane di ricerche, e dopo il «pasticcio» su Raffaele De Dominicis, nominato ma mai revocato ufficialmente — avrebbe individuato il nuovo assessore al Bilancio, da annunciare
sul palco di Palermo nel weekend, dove la sindaca vuole presentarsi non solo con la decisione sui Giochi del 2024 ma anche con l’assetto di giunta già ristabilito. Sia per quanto riguarda il Bilancio, sia per il responsabile delle aziende partecipate, dove il profilo individuato sarebbe quello di «un giovane professionista».
Per l’altro ruolo, il più importante, secondo le indiscrezioni che circolano il nome giusto sarebbe quello di Salvatore Tutino — magistrato della Corte dei conti in pensione, esperto di evasione fiscale, già dirigente (fino al 2006) del ministero dell’Economia, dove per anni ha guidato il Secit, il Servizio centrale degli ispettori tributari — sul quale c’è un pressing fortissimo già da qualche settimana. Mentre, come capo di gabinetto, era circolato anche il nome del giudice Raffaele Guariniello, che però smentisce: «Non mi hanno mai interpellato».

E in passato…

Il magistrato, a fine 2013, venne nominato dal governo all’epoca guidato da Enrico Letta come uno dei cinque
nuovi consiglieri della Corte dei conti. Decisione che non andò giù ad alcuni esponenti di punta dei pentastellati, come
Carla Ruocco (membro del direttorio che più volte ha espresso in privato le sue perplessità sull’operato di Raggi)
e Laura Castelli, deputata torinese, attualmente vicepresidente del gruppo alla Camera.
Tutino venne inserito dai «grillini» nei «cinque esponenti della casta salvati in extremis dai loro amici del Pd e
dal governo».

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Non solo. Virginia deve calmare le paure tra i suoi consiglieri. Dopo il no alle Olimpiadi si teme la citazione danni del Coni. Riporta Repubblica:

Sa bene, “Dibba”, qual è il clima in Campidoglio. È dall’altra notte che i 29 eletti grillini non smettono di parlarne. In ogni riunione, l’ansia di trovarsi invischiati
in una causa per danno erariale emerge come un incubo.
Spetta a loro votare la mozione per sancire la fine dei Giochi, che dovrebbe essere discussa in aula martedì o giovedì; a loro sborsare centinaia di migliaia di euro,
se la Corte dei Conti dovesse infine risolversi ad agire. Sottrarsi è
impossibileSottrarsi è impossibile. Stretti come sono tra il contratto stipulato col Movimento all’atto della candidatura, che fissa 150mila euro di penale per chi non rispetta il codice di comportamento, e l’ipotesi di doversi spartire i circa 20 milioni di spese già sostenute dal Coni per la corsa olimpica

(in copertina foto ANSA/TWITTER ALESSANDRO DI BATTISTA)

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