Vitalizi, chi ha ragione tra PD e M5S?

23/03/2017 di Redazione

Vitalizi hanno riacceso lo scontro tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. L’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati ha approvato una riduzione degli assegni erogati agli ex parlamentari in pensione. Una misura opposta dal M5S, che ha tentato di occupare l’Ufficio di presidenza dopo il voto favorevole degli altri partiti, e la bocciatura della loro proposta. I deputati 5 Stelle hanno inscenato una forte protesta, rilanciata come di consueto da campagne social sotto il segno dell’hashtag #sitengonoilprivilegio. Lo scontro sui vitalizi è in realtà una forzatura rispetto a quanto deciso dall’Ufficio della presidenza della Camera, visto che gli assegni erogati a parlamentari in pensioni sono stati aboliti già nel 2012. Con la riforma di cinque anni fa i deputati e senatori hanno però ancora accesso a un regime pensionistico privilegiato, finanziato dal bilancio di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Dopo 4 anni e mezzo di mandato parlamentare un deputato può beneficiare, una volta compiuti i 65 anni, di un assegno calcolato con il metodo contributivo, molto meno generoso rispetto ai vitalizi passati. Il M5S voleva abolire questa normativa, approvando una proposta di legge per modificare il regime previdenziale di deputati e senatori. Non più contributi versati al bilancio di Camera e Senato, ma alle normali casse previdenziali, come tutti i cittadini italiani. Una proposta che ricalca una simile pdl depositata dal deputato PD Matteo Richetti.  Per fare questo intervento serve però una nuova legge, e non la modifica delle spese del bilancio della Camera dei Deputati decisa ieri. L’Ufficio di presidenza è intervenuto invece sui vitalizi attualmente in essere, introducendo un contributo di solidarietà per i prossimi tre anni, basato sul reddito degli ex parlamentari. I vitalizi da 70 e 80 mila euro saranno ridotti del 10%, una percentuale che aumenterà all’80% per gli assegni tra gli 80 e i 90 mila euro, e salirà al 40% per i vitalizi da 90 a 100 mila euro. Il contributo di solidarietà massimo sarà pari al 40% per i vitalizi superiori ai 100 mila euro. Secondo gli uffici della Camera dei Deputati il contributo di solidarietà garantirà un risparmio di 2,5 milioni di euro per ognuno dei 3 anni in cui rimarrà in vigore. La riduzione ai vitalizi è passata col voto favorevole di tutti i partiti, a eccezione del M5S: i membri pentastellati dell’ufficio di presidenza avevano abbandonato i lavori in segno di protesta.

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