Salvini contro il blocco dei conti: «Lega trattata peggio dei mafiosi»

15/09/2017 di Andrea Mollica

Matteo Salvini ha lanciato un appello ai militanti della Lega Nord di venire all’assemblea di Pontida dopo la decisione del tribunale di Genova di bloccare diversi conti correnti delle sezioni regionali in sei banche in Emilia-Romagna, Liguria e Trentino. Il segretario del Carroccio si è letteralmente scatenato contro i magistrati, le cosiddette toghe rosse, per quello che definisce un tentativo di eliminazione del suo partito per ano giudiziaria, à la turca.

SALVINI CONTRO I MAGISTRATI PER IL SEQUESTRO PREVENTIVO DEI CONTI DELLA LEGA NORD

Salvini ha paragonato quanto avvenuto alla Lega alla repressione attuata dal presidente Ergodan dopo il fallito golpe del luglio 2016. La rabbia del leader leghista deriva da un provvedimento della magistratrura, il sequestro preventivo dei conti correnti che in realtà segue una sentenza di primo grado che ha accertato una truffa del partito ai danni dello Stato. Nel luglio scorso il fondatore e storico leader della Lega Nord, Umberto Bossi, è stato condannato per questo reato insieme all’ex tesoriere Francesco Belsito, suo figlio Renzo Bossi e altri funzionari del partito per lo scandalo dei fondi elettorali distratti per  spese familiari. Una vicenda molto grave, che aveva portato in rapido tempo la Lega a cambiare i propri organismi dirigenti. Prima Roberto Maroni e poi sopratutto Matteo Salvini avevano fatto di tutto per cambiare il Carrocccio e allontanarlo dai Bossi. L’operazione ha avuto successo a livello elettorale e politico, ma la sentenza del tribunale di Genova ha riproposto un problema eminemente giudiziario.

LEGGI ANCHE > MATTEO SALVINI È FREE VAX: «VACCINARSI DEVE ESSERE UNA LIBERA SCELTA, NON UN OBBLIGO SOVIETICO»

Salvini invece ne fa un problema politico, tanto da rimarcare come la Lega sia trattata peggio dei mafiosi da magistrati vicini alla sinistra. Una tesi antica, tipica di Silvio Berlusconi, il padre politico del centrodestra da cui Salvini tenta in ogni modo di smarcarsi e differenziarsi. « Siamo di fronte ai soliti poteri marci che non vogliono che nulla cambi, che hanno paura di noi. Ma noi arriveremo a governare, che si rassegni il giudice, può sequestrarci tutto quello che vuole. Qui è tempo di rimettere le pedine al loro posto e chi sbaglia, come certi giudici, paga”. Siamo trattati peggio dei mafiosi perchéfacciamo paura. Ma ne usciremo. Magari un po’ ammaccati ma ne usciremo, più forti di prima. Venite a Pontida»

Foto copertina: ANSA/GIORGIO ONORATI

 

 

Share this article