Beata Ignoranza: Marco Giallini e Alessandro Gassmann presentano il film

Conferenza gremita come raramente accade per Beata Ignoranza, il nuovo film di Massimiliano Bruno con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli e Valeria Bilello. Alle domande della stampa il regista e gli attori hanno risposto, non senza giochi di parole, con battute salaci e scherzi goliardici, vediamo cosa ci hanno raccontato.

In Beata Ignoranza (leggi la nostra recensione) il tema fondamentale è la dipendenza dai Social Network, tramite la contrapposizione di due persone antitetiche tra loro, uno addicted ai social, l’altro avulso alla tecnologia, il regista cerca di scavare a fondo nei pregi e nei difetti dell’essere l’uno o l’altro ,attraverso uno scambio di ruoli esilarante che mette annudo punti di forza e debolezze dell’essere umano. Massimiliano Bruno ha cercato di raccontare il suo personalissimo punto di vista e, in parte, ha colto nel segno.
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Massimiliano, ci racconti come avete costruito la storia? Cosa di Puoi dire di Alessandro (Gassmann) e Marco (Giallini)?
Massimiliano Bruno: Beata Ignoranza è nato da un post che ho scritto su Facebook quattro anni fa, mi lamentavo di come non riuscissi ad andare a teatro e al cinema perché perdevo troppo tempo sui social. Da lì è nata questa storia in cui abbiamo potuto raccontare le nostre anime internet; dentro di me c’erano sia Ernesto che Filippo, i due protagonisti del film. Io personalmente sono dipendente dai social, non riesco a non rispondere, ho 70 gruppi whatsapp e ce ne sono dei più assurdi. Dopo mesi tornano messaggi sui gruppi come “la lasagna a casa di Gino” etc. . La scelta della sceneggiatura non è stata casuale, proprio perché siamo amanti della commedia all’Italiana e qui è richiamata nella forma prendendo spunto dai film di Ettore scola “Dramma della gelosia”e “C’eravamo tanto amati”. Nel primo accadeva che i personaggi si rivolgevano in camera parlando direttamente con il pubblico. Io sono figlio di quei registi a cui mi rifaccio ignobilmente.
Le mie ultime sceneggiature sono state molto più lineari, abbiamo cercato di sposare queste due anime nel film. È li che entrano in campo i personaggi.
Ho collaborato con. Alessandro e Marco perché mi sembravano le persone giuste. Gassman è molto superficiale (ride ndr) e Giallini un anziano travestito da motociclista (risate genreali)… sto scherzando, sono due attori ideali, non avrei potuto sceglierne di migliori”.
Il tema non è nuovissimo ma viene affrontato in modo anticonvenzionale, voi due siete simili ai personaggi che interpretate? Che cosa avete in comune di loro due? Teresa come è stato il tuo esordio cinematografico?
Teresa Romagnoli: era la mia prima esperienza, quindi non ero preparatissima, però imparerò, spero, se mi daranno la possibilità di farlo. Lavorare con Marco è statoo due mesi così, tra risate e battute salaci. Questi due (rivolta a Marco Giallini ed Alessandro gassmann) mi sminuiscono sempre, ma avendo vissuto con padre, due fratelli e molti cugini, ho potuto affrontarli bene ribattendo colpo su colpo.
Marco Giallini: effettivamente io sono molto più Ernesto, nel senso che non sto molto sui social network. Su Twitter ho messo una foto in sei anni; c’è anche una ragazza che segue i miei buongiorno mondo e buonasera mondo. Io poi non capisco il perché di certi post e come mai messaggi del tipo “mi hai avuta una volta non mi avrai più” queste persone non li scrivono in privato invece di rompere le palle agli altri (risate).
Alessandro Gassmann: io ho solo Twitter, social network che uso mezz’ora la mattina e mezz’ora la sera. Lo uso prettamente per raccontare il mio lavoro e portare avanti battaglie sociali (come quella del Teatro valle ndr) Credo sia importante conoscere i social anche se non sono apprezzati. Nella rete c’è tutto, il meglio e il peggio della società.
Marco Giallini: i social dovrebbero essere contemporaneamente social e antisocial, invece sono social. Io direi perché non impariamo cos’è in questo paese il passato per non ripetere gli sbagli? Essi dovrebbero servire anche a quello, e invece sono pieni di robaccia.
Alessandro Gassman: beh non è del tutto vero, essi sono uno strumento che noi non avevamo e invece ora ci sono e possono tornarci veramente utili.
Carolina Crescentini: “Shazam” è l’unica cosa utile, è la app più geniale che abbiano inventato.
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Nel film vengono ritratti due tipi di professori opposti l’uno all’altro, qual è la vostra idea sulla scuola? Era più importante quella che frequentava anni fa o quella moderna dove i professori dicono agli alunni aprite la vostra app?
Alessandro Gassmann: Non ho molta esperienza in materia; personalmente posso solo dire che ho un figlio di 18 anni e mi sembra di intuire che la scuola non se la passi benissimo, sono convinto che una scuola ipersevera dove conta soltanto il voto non sia il massimo. Ognuno però deve avere il suo ruolo.
Io a mio figlio do dei paletti perché sono un genitore, ma un professore non potrà mai essere come il mio personaggio.
Marco Giallini: la scuola è morta come istituzione. Ora con internet e la rete lo scontro coinvolge davvero tutti. Ci va anche il padre di Massimiliano Bruno su Facebook e ha 82 anni. Bisogna prendere questa cosa dal giusto punto di vista. Credo che una volta i nonni contestavano ai ragazzini anche il minimo errore mentre ora li imitano.
Alessandro Gassman: Abusando di internet, le persone cambiano; vengono danneggiate persone della nostra età. La signora Assunta, la domestica che da sempre ci aiuta a casa è simpaticissima però da un po’ di tempo è entrata in fissa con il gioco della fattoria, quello dove si coltivano i campi e si dà da mangiare alle galline.
Prima lo faceva solamente sul telefonino ora è talmente presa da questo videogame che nel tempo libero non fa altro; ha addirittura quattro device colelgate e non fa altro che insultare la gente se non fanno quello che dice. Lei non guarda più nulla, non dedica del tempo libero per se stessa, pensa solamente a questo; è diventa pure aggressiva se glielo fai notare !
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Massimiliano, ti sei trovato due maschi alfa sul set, come li hai gestiti?
Massimiliano Bruno: è vero, sono alfa ma anche molto diversi tra loro e danno l’agio al regista di poter interagire al meglio con loro. Sul mio set quando arrivo la mattina ci trovo solo Gassman che viene sempre un’ora prima, è di una precisione austriaca (allude alle sue origini) e già questa è una polemica verso Giallini che per, oltre ad arrivare in ritardo, la mattina è sempre irascibile e i primi dieci minuti fa sempre polemica su qualcosa. Deve sempre dare la colpa a qualcuno del suo ritardo.
Marco Giallini: Non è per dire ma, tacci vostra, perche non dico parolacce. ma ci sta sempre qualcosa che non va, è vero (risate). Poi è normale che arrivo tardi perché c’è sempre traffico sulla Nomentana.
Massimiliano Bruno: mi diverto ogni volta a vedere la qualità che sprigionano ogni volta che giriamo una scena, loro due potrebbero tranquillamente continuare la carriera come ha fatto il padre di Alessandro, Vittorio Gassmann con Ugo Tognazzi. Erano due grandi attori che hanno fatto insieme tantissimi film e ho detto tutto, e dico veramente, faccio sul serio.
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Valeria, il tuo personaggio finisce sul web per un errore non suo. Cosa ne pensi?
Valeria Bilello: personalmente sono sorpresa; la cosa bella di Margherita è che lei è una ragazza sicura, indipendente, e libera. Navigando sui social, oltre che interpretando la parte ho capito che anche nello sguardo femminile c’è sorpresa e pregiudizio verso chi vive la sua vita con libertà. Quello che non sappiamo è come essa si sarebbe comportata nella relazione con Ernesto. Max Il regista ndr) è stato molto sicuro sin dall’inizio e ha avuto uno sguardo tenero e di supporto verso l’universo femminile: la relazione è stata definitivamente chiusa in modo irremovibile. Se un uomo si comporta male Con una donna la donna essa lo deve mandare a fanculo.
Marco Giallini: nel film sto con una che se li è trombati tutti e tre e se li ritrova faccia a faccia nella stessa stanza… mi puo’ rodere il culo non credete? La mia reazione è comprensibile, dal mio punto di vista.
Teresa Romagnoli: io ho la fortuna di vivere liberamente, come fanno gli uomini nel 2017; possiamo essere indipendenti alla stessa maniera. Noi cerchiamo di porre l’attenzione su coloro che hanno un pregiudizio così noioso e brutto.
Carolina Crescentini: questa cosa magari accadeva prima, ma magari non ve lo raccontavano. I social poi da questo punto di vista sono molto utili. Io li uso per tenermi in contatto, ma vedo che essi poco a poco stanno cambiando le
Persone che si nascondono dietro lo schermo. Nascondendoti sei tutelato nel non essere te stessso, fai battaglie sociali che non avresti mai fatto, perché non sei mai andato in piazza e mai ci andrai.
Cambia l’apparenza nella società ma non la realtà perché, quando si fanno commenti accesi sul wall di una pagina te pensi, commentando, di aver fatto e detto tutto, ma questa è un’eresia. Il social è solo una facciata, non è niente di più. Questo volevo dire, spero di essermi spiegata.
 

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