Cannes 2017 – Okja: Recensione del film Netflix con Jake Gyllenhaal, Tilda Swinton e Paul Dano
29/06/2017 di Thomas Cardinali

Netflix presenta finalmente a Cannes 2017 il primo dei suoi due film in concorso, la nostra recensione in anteprima di Okja diretto dal regista di Snowpiercer Bong Joon-ho.
Il giorno della verità è arrivato per Netflix che presenta il primo dei suoi due film in concorso per la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2017 in quella che potrebbe essere la sua prima ed anche ultima partecipazione dopo le accese polemiche degli ultimi giorni. Tralasciando l’incredibile epic fail con la proiezione stampa partita con formato sbagliato (decapitata la povera Tilda Swinton ndr.) il film parla della storia d’amicizia tra Mija e Okja, un maiale gigante geneticamente modificato da una multinazionale simbolo del capitalismo che dopo 10 anni torna per riprenderselo, ucciderlo ed utilizzarne la carne per sfamare la popolazione.

Un animale reso in modo splendido grazie alla CGI, come accaduto in un passato recente con l’orso in “Revenant” o con la tigre de “La Vita di Pi”, anche se questo film non può essere accostato a tali capolavori. Quello che però non aveva messo in preventivo la perfida business woman interpretata da Tilda Swinton è che la bimba e l’animale hanno rafforzato un legame fortissimo tipico dei grandi film di Miyazaki, ma anche ravvisabile nell’ ET di Steven Spielberg per un tema che ciclicamente ritorna sempre. Okja è un viaggio all’inizio molto emotivo, con una splendida fotografia e delle ottime inquadrature del regista Bong Joon-ho qui ad un lavoro diverso dal suo ultimo Snowpiercer, comunque decisamente inarrivabile.


La seconda parte con la disperata lotta di Mija, interpretata dalla sorprendente giovanissima Ahn Seo-hyun, per riunirsi con quella che rappresenta la sua famiglia diventa quasi un action movie in alcune sequenze ma con dei tratti comici tipici del cinema orientale. Okja è un’opera in cui Bong Joon-ho cerca di unire su Netflix la cultura asiatica con quella americana, ma quel che ne esce fuori è un film a tratti anche troppo crudo per un pubblico di giovanissimi, dalle tematiche forti, attuali ma al contempo di indispensabile valore e meritevoli di un dibattito d’approfondimento. Le coscienze di molti potrebbero essere turbate per un film che comunque nonostante più di un difetto lascia qualcosa a termine delle due ore più attese e di cui si discuterà ancora a lungo, purtroppo probabilmente per motivi extra artistici.
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