Dynasty: la nostra recensione episodi 2,3,4.
03/11/2017 di Redazione
Dynasty è un po’ la mia valvola di sfogo trash, così come Legends of tomorrow lo è per la parte fumettosa e fracassona. Proviamo a riprendere le fila di questa serie da dove vi avevo lasciati.
Fallon come non amarla?
Fallon di Dynasty new edition ha molto del suo precedente personaggio. Qui però si va oltre l’effimera rappresentazione tipica delle soap opera di qualche decennio fa. Fallon, malgrado tutto, malgrado faccia cose poco chiare, cerchi di rovinare chi gli sta intorno, alla fine si comprende che ha un’anima.
Certo, difficile trovarla fra reggiseni merlettati e abiti da 20.000 dollari, ma la Fallon portata sullo schermo splendidamente da Elizabeth Gillies, è cattiva nella misura in cui gli altri la costringono ad esserlo. Dynasty in chiave moderna non poteva rifarsi totalmente al modello originale, e quindi la nuova Fallon, dietro le macchinazioni, le azioni poco chiare, si rivela essere una ragazzina dai sentimenti fin troppo lineari.
In questi episodi di Dynasty e nell’ultimo in particolare, capiamo che forse la sua capacità di fare affari, di buttarsi a corpo morto negli intrighi è alla fine solo uno scudo per non far capire la sua fragilità di donna. Quando questo accade, la vediamo con lo sguardo sperduto mentre osserva il suo unico appiglio fuori dal mondo degli affari, l’unico trombamico cui confidare i suoi dubbi e le sue incertezze, venire fagocitato senza pietà da esso.
Quindi, ai miei occhi Fallon resta una ragazzina costretta a combattere da donna per non essere sopraffatta, per non essere ignorata, costretta a dimostrare a tutti e in ogni occasione, che lei è tosta, che lei sa tramare nell’ombra, che lei è Fallon.
Cristal e i flashback stile Revenge.
Ammetto che il confronto con un monumento della serialità trash come Revenge avrei voluto evitarlo, ma nel caso degli episodi 3 e 4 di Dynasty, la cosa diventa quasi impossibile.
Dynasty non può vivere solo con i problemi dell’attualità, come la morte di Blaisdell e relative conseguenze. Serviva qualcoa che desse maggior peso al personaggio di Cristal che altrimenti rischiava solo di essere un sacco vuoto dove buttar dentro frammenti di un passato non perfettamente connessi con la realtà e lontani dalla famiglia Carrington.
Cristal fugge dal suo passato, ma chi era davvero in Venezuela? Cosa non gli consente di parlare del suo passato? Eppure Blake potrebbe essere la miglior soluzione per far pace con gli anni bui della sua vita. Allora perché costruire un castello di menzogne?
Ma proprio perché è più di quanto non si veda esteriormente, anche Cristal rientra nel novero di quei personaggi di Dynasty che tieni in una specie di limbo, incapace di odiarla ma nemmeno amarla. la sua immagine di donna che viene dal basso le ha insegnato a cavarsela in ogni situazione, ad adattarsi all’ambiente circostante e come i felini, colpire quando sembra costretta all’angolo.
Steven il gay più sfortunato del mondo.
Lo so, è ricco, il padre farebbe di tutto per tenerlo al sicuro, ma di certo il rampollo dei Carrington non è proprio uno a cui chiedere i numeri al Lotto. Insomma se c’è una disgrazia la colpa è sua.
Non che sia un genio nemmeno nel coltivare le sue conoscenze e i suoi amanti, prova ne sia la sua relazione con l’insulso Sammy Jo (Heather Locklear quanto ci manchi!!!). Steven in Dynasty moderna, non ha bisogno certo di nascondere la sua omosessualità quanto nascondere la sua imbecillità.
Lui ci prova a nascondere il fatto di essere un pochino tonto, ma i fatti purtroppo lo identificano come tale e a nulla basta sapere che viene usato a convenienza da Fallon, da Sammy Jo, dal padre. anche quando tenta di prendere in mano la situazione, i fatti gli si ritorcono sempre contro.
Dynasty con i suoi sottili intrighi, le sue lotte al vertice del potere industriale, sono forse troppo per l’animo verde e generoso di Steven. Troppo ingenuo per competere con lupi di lunga esperienza e gente cresciuta nei peggiori bar di Caracas. Steven è come vorrebbe fosse il mondo: pulito. Se tenta di far qualcosa di sporco la sua personalità glielo impedisce. Pure quando agisce alle spalle di Sammy Jo alla fine lo fa per puro spirito altruistico nei suoi confronti.
Blake Carrington il nostro Mangiafuoco.
Lui invece non è cambiato per nulla. Pur rinnovato nello stile, forse un po’ più giovanilistico dell’ingessato Blake di Dynasty anni 80, il capofamiglia dei Carrington mantiene inalterata la sua predisposizione a essere protettivo nei confronti della famiglia, ma anche a tenerla il più possibile lontana da ciò che davvero serba dentro di se.
Vivono in Blake Carrington due distinte figure: Il padre e il Manager. Dynasty in questi episodi ha evidenziato bene come per lui sia complicato scindere l’amore che ha per la propria famiglia dai suoi affari. Il suo comportamento con Fallon è abbastanza emblematico di come sia difficile gestire il mestiere di padre se hai una figlia che non comprende quanto forte sia il suo amore per lei.
Dynasty però ci dice chiaramente che Blake quando è manager, quando indossa il suo abito da uomo d’affari, diventa qualcos’altro, diventa qualcun altro…ehm no scusate ho fatto confusione con Arrow…dicevo diventa una sorta di Mangiafuoco, un burattinaio che non vede altro che il bene della sua azienda e quando è in questa modalità non conosce legami di parentela e a me piace più in questa versione che non in quella sdolcinata che alla fine sa quasi di falso.
Cosa ci ha insegnato Dynasty finora.
Insegnato poco, ma sicuramente, se l’obiettivo di The CW era riportare nel canale una serie che fosse un omaggio modernizzato a un’icona degli anni 80, come era Dynasty, allora l’operazione sta riuscendo pienamente. Ogni personaggio è stato ristrutturato in modo impeccabile. Dove era possibile salvare l’animo originale lo si è fatto, quando le convenzioni o l’opportunità hanno richiesto delle rivoluzioni, si è intervenuti come nel caso della Cristal sudamericana o del Colby di colore.
La storyline principale di Dynasty, finora non è molto forte. La morte di Blaisdell è un po’ il perno su cui ruotano gli avvenimenti di casa Carrington, ma è più un pretesto per affrontare poi le diverse prospettive dalle quali i personaggi raccontano le loro storie.
Contrariamente a Revenge, in Dynasty, non c’è un protagonista assoluto solo contro il mondo, ma lo spettatore ha modo di scegliersi da solo quale personaggio definire principale. Quasi tutti hanno il medesimo spazio nella ribalta, tutti si interconnettono facilmente e tutti risultano dannatamente affascinanti.
Io ho scelto Fallon per esempio. Voi quale personaggio di Dynasty state seguendo con maggior interesse?
Passo e chiudo.