Il commissario Montalbano, la recensione: Un covo di vipere, un ritorno da record

Torna in tv Il commissario Montalbano, certezza indiscussa del palinsesto di Rai 1. E se scrivere Montalbano è facile, scrivere di Montalbano non lo è affatto.

«Scrivere Montalbano è facile», esordiva Andrea Camilleri in un’intervista tv di qualche tempo fa. «Solito commissariato, solito corpo di polizia, solito registro narrativo: ecco pronto metà del romanzo». Quel che varia, come in ogni ricetta propriamente detta, è la farcitura: che piaccia o meno, de gustibus; del resto, la trama non è che un elemento di contorno.
La medesima, vincente formula è stata ieri sera proposta in Un covo di vipere, che ha saputo trattenere davanti allo schermo oltre 10 milioni di telespettatori per uno share totale pari al 40,8 per cento. Successo clamoroso che pure non stupisce, alla luce degli ingredienti riciclati eppure mai stantii disvelati dallo stesso autore.
Nello stralcio di intervista riportato sopra sono implicite almeno due verità in fatto di marketing televisivo: entrambe di matrice classica, esse consistono rispettivamente nell’individuazione di un target e della successiva fidelizzazione del pubblico di riferimento. Ne segue come questo dovrà essere il più trasversale possibile, in grado di includere tanto l’élite – nel caso specifico, merito indiscusso della componente camilleriana dell’opera – quanto i più popolari. La dialettica incalzante è solo il secondo degli aspetti che contribuiscono a rendere vivace ogni puntata, e la lingua siciliana si sposa perfettamente con le scenografie rustiche e splendidamente mediterranee di Vigàta e della Sicilia tutta.
È così che la fidelizzazione di cui sopra si traduce quasi in conforto e accoglienza da parte di quei personaggi che, ognuno magistralmente caratterizzato, hanno saputo di volta in volta affezionarci. Si pensi dunque all’impacciato Catarella, al “fimminaro” vicecommissario Augello o allo zelante ispettore Fazio, tutti al contempo stereotipati e originalissimi.Montalbano, Fazio, Augello, Catarella
Introdotti e accompagnati all’interno della narrazione dai citati punti fermi di riferimento, il delitto non è mai poi tanto efferato. Montalbano assicura che il caso si risolverà a fine puntata e rassicura, in uno svolgersi dell’episodio routinario e ben scandito, che farà il possibile per scovare il colpevole. E Montalbano, si sa, rassicura anche la Rete, che ne fa un evento con i soli due episodi trasmessi ogni anno che precedono la consueta trafila di repliche.
A lunedì prossimo, dunque, con una puntata dal titolo quanto mai eloquente: Come voleva la prassi.

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