La Bella e La Bestia – Recensione del live action con Emma Watson e Dan Stevens

Ecco la recensione in anteprima del film La Bella e La Bestia, versione in live-action dell’omonimo Classico Disney in uscita nelle sale italiane il 16 marzo.

Quando si realizza la versione in live-action di un classico dell’animazione che ha segnato l’infanzia delle generazioni che si sono susseguite negli ultimi 25 anni, è chiaro quanto sia importante curare ogni singolo dettaglio da una parte e dall’altra quanto sia facile tradire le aspettative del pubblico. Riproporre e rinnovare del materiale così prezioso è un’arma a doppio taglio: portarne sul grande schermo una copia annoierebbe, senza considerare il fatto che la trama di un film d’animazione non può funzionare bene del tutto se trasposta in una pellicola con attori veri, togliendone il realismo; ammodernare o alterarne in qualsiasi modo il contenuto, d’altro canto, potrebbe provocare le ire dei fan più ortodossi.
Insomma, probabilmente è impossibile creare un live-action ispirato a un film d’animazione cult che sia veramente perfetto, ma c’è da dire anche che La Bella e La Bestia ci è passato abbastanza vicino.
La Bella e La Bestia
 
Nel film troviamo una Emma Watson che si destreggia bene nel suo secondo ruolo di eroina dalla mente acuta e la passione spropositata per i libri, Belle, dopo l’indimenticata Hermione Granger. Ad affiancarla la Bestia interpretata da Dan Stevens e un cast d’eccezione: Josh Gad che regala personalità al personaggio di LeTont, Luke Evans nel ruolo di Gaston, che in quanto a caratterizzazione risulta leggermente penalizzato – ma ci torneremo dopo, e soprattutto un grande trio. Ian McKellen (Tockins), Ewan McGregor (Lumière) e Emma Thompson (Mrs Bric), anche se in italiano possiamo apprezzarne le relative interpretazioni solo negli ultimi dieci minuti finali, riescono a farci sorridere.
La Bella e La Bestia del 2017 è, prima di tutto, un musical, capace di sfruttare al meglio le caratteristiche principali del genere: gran parte della trama nel corso delle due ore viene sviluppata per mezzo di parti cantate, con qualche brano nuovo rispetto agli originali e che non potrà mai eguagliarne la potenza e la magia, ma in ogni caso coinvolge. Gli intermezzi musicali sono accompagnati da coreografie che deliziano i nostri sensi, non solo con le movenze di personaggi umani: “Stia Con Noi”, infatti, si schiera senz’ombra di dubbio tra le scene più d’impatto, più spettacolari dell’intero film.
beourguest
Non si può non aprire una piccola parentesi sulla resa italiana, per fare in particolare una piccola raccomandazione agli spettatori più appassionati del Classico Disney: non aspettatevi di sentire i brani cantati con le stesse parole della versione animata. Chi recita le vecchie canzoni a memoria potrebbe soffrire di piccole differenze sulla traduzione, che sono evidenti in particolare nella canzone di Belle, dove in alcuni punti vengono tolte o aggiunte delle sillabe che mettono in risalto lo stacco con il pezzo originale. Ma si tratta comunque di un trauma che si può superare.
Di due ore di durata per La Bella e La Bestia in live action contro un’ora e venticinque del Classico Disney, la pellicola si prende i suoi spazi per approfondire la materia, in parte modificando e estendendo quella della trama originale. Ovviamente uno degli aspetti che più ne giovano sono la caratterizzazione dei personaggi. Belle, personaggio già molto apprezzato e ammirato nel cartone, acquisisce ulteriore spessore, diventando una donna ancora più forte, più sveglia e creativa. Il suo rapporto con la Bestia viene ulteriormente sviluppato, rendendo più esplicito il tenero che si sviluppa, le sensazioni e i dubbi che i dueattraversano nel proprio percorso di realizzazione di ciò che sta accadendo tra loro.
Belle
Per quanto riguarda i due villain, la rivelazione vera e propria della pellicola, però, è senza dubbio LeTont: il personaggio si eleva dalla posizione di semplice spalla, e risulta essere più a tutto tondo rispetto alla piattezza che si riscontrava nel film d’animazione. Il tutto condito con il carisma e le abilità recitative dell’attore, Josh Gad. Vi abbiamo già anticipato che la caratterizzazione di Gaston, rispetto agli altri personaggi come lo stesso LeTont, risulta forse un po’ carente. All’inizio del film la determinazione e l’egocentrismo dell’originale animato sembrano quasi smorzate, rendendolo a confronto un semplice ragazzo di paese un po’ pieno di sé, con una vaga ossessione per la bella del villaggio, ma che non sembrerebbe una minaccia. A metà film, invece, c’è uno sfogo di violenza e sadismo a cui non sarebbe capace il suo omonimo del Classico Disney. Una variazione che risulta assai repentina.
LeTont
Salvo questi dettagli, il film è consigliato anche a chi non è fanatico dell’animazione, ma ha un buon rapporto con il genere del musical: rapisce dal primo istante all’ultimo liberandosi dei limiti a cui è soggetta la rappresentazione di un cartone animato.
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Passate da: Disney Castle ⁰o⁰

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