La Mafia uccide solo d’estate: Pif e il cast presentano la serie che combatte la mafia con le risate

Il cinema Barberini di Roma ha ospitato l’anteprima della serie tv tratta dal film omonimo di Pif.

A pochi giorni dalla messa in onda su Rai1, che avverrà il 21 Novembre, la città di Roma ha ospitato l’anteprima dei primi due episodi della serie tv “La mafia uccide solo d’estate“, tratta dall’omonimo film di Pif. Il film aveva già riscosso un successo unico, tanto da permettergli di vincere numerosi riconoscimenti, tra i quali  tra  il Premio per la Miglior Commedia Europea agli EFA 2014, il Nastro d’Argento 2014 per il Miglior Soggetto e il David di Donatello 2014 per il Miglior Regista Esordiente.

La serie nata dalla coproduzione Rai FictionWildside, in sei puntate, ripercorre le vicende della famiglia Giammarresi. Una famiglia come tante con problemi comuni, descritti dal punto di vista del piccolo di casa: Salvatore, un bambino  di appena dieci anni alle prese con la prima “cotta”, in una Palermo in cui comincia ad affacciarsi esplicitamente la minaccia della Mafia. Una famiglia comune, come tutte quelle famiglie borghesi che nella realtà avevano le armi per capire cosa stava accadendo a Palermo ed in Sicilia, ma sono rimaste ignare o noncuranti fin quando non è stato troppo tardi. Proprio di loro Pif, voce narrante degli episodi, ha parlato, ricordando anche la sua infanzia nella città siciliana:

“Ci eravamo autoconvinti che non ci riguardava. Non abbiamo mai negato la presenza della Mafia. Abbiamo detto sì… se tu non disturbi loro non ti disturbano”

A partecipare all’evento il cast al completo: Pif, Claudio Gioé, Anna Foglietta, Francesco Scianna, Nino Frassica, Valentina D’Agostino, accompagnati dallo staff di produzione composto da Mario Gianani e Lorenzo Mieli, dal regista Luca Ribuoli e da Pietro Grasso, personificazione della lotta contro la mafia. Con la stessa leggerezza con cui Pif ha raccontato le vicende dei suoi due film precedenti, ora arriva una nuova storia, definita da Scianna come un esempio di “grottesco“, cosa che in tv non si era mai vista. Non si ride per banale comicità, ma per il senso di aver vissuto cosa sta accadendo.

Ognuno di loro interpreta un personaggio ben distinto che ritrae una categoria reale di persone, dall’insegnante-supplente che gioisce delle disgrazie dei suoi colleghi al pensiero della supplenza più lunga, personaggio tra l’altro molto attuale, alla guardia forestale che passa più tempo al bar che a lavoro. Un ventaglio di personaggi che avrà a che fare, in modo diretto o meno, con le promesse e la minaccia della mafia.

Una battaglia contro la mafia che si combatte a suon di iris con la ricotta, che Pif spera di poter tornare a mangiare nella sua città senza preoccupazioni, e di esempi come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Boris Giuliano e molti altri, uccisi mentre stavano compiendo atti normalissimi che facciamo tutti ogni giorno, come pagare il caffè al bar o accompagnare qualcuno dal medico.

Tra aneddoti sulla serie tv e ricordi, si è a lungo parlato di mafia e del perchè ci sia bisogno di film (e serie tv) come questa. La risposta, arrivata dallo stesso Pierfrancesco Diliberto, è semplice quanto lineare:

“Della mafia bisogna ridere. Se tu ridi di loro…vinci”

Una serie tv che si prospetta come una tripla vittoria: testimonia il successo della regia e dell’estro di Diliberto, sensibilizza chi fino ad ora si è poco curato della mafia, pensando che fosse una cosa che non lo riguardava,  e soprattutto entrerà anche nelle case dei mafiosi stessi. La guerra contro la mafia continua e si combatte a suon di risate.

Presenza

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