Lapo Elkann: una vita spericolata, come quella dei film: dai coca party ai rapimenti lampo, tutti gli ingredienti ottimali per una sceneggiatura da oscar

Lapo Elkann, un nome un perchè, il pluripremiato dell’imprenditoria giovanile è come Gianburrasca: “una ne inventa e cento ne fa”; ripercorrendo la sua “carriera artistica” emergono fatti e cicostanze talmente surreali da mettere in ombra qualsiasi film di Paolo Sorrentino; Salvador Dalì, il celebrrimo pittore surrealista , se oggi fosse vivo, avrebbe preso spunto da lui per dipingere; accadimenti modello per una sceneggiatura da oscar. Registi fatevi avanti i diritti costano poco, per “riscattarli” ci vogliono solo 10 mila dollari.

Adoro le macchine però la disciplina nella guida non è il mio forte
E non solo… aggiungeremo noi, il caro Lapo Elkann, ne ha combinate di cotte e di crude, manco fossimo in un film di Pierino con Alvaro Vitali e le malcapitate siano attrici del calibro di Anna Maria Rizzoli, Gloria Guida, Barbara Bouchet, Edwige Fenech o Lory Del Santo, lo sanno tutti che il buon rampollo di casa Agnelli tifa per la Juventus… e i transessuali.
Se ci fosse Quentin Tarantino alla regia, ne deriverebbe un film ad episodi in salsa “rum e coca” sullo sfondo di uno spaghetti western ove i dipendenti della Fiat sono i riottosi in rivolta contro il padrone multimilionario e sprecone.
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Per le riviste di gossip è un’icona di stile: Vanity Fair Usa lo nomina per quattro volte “Best Dressed Man”, l’uomo meglio vestito dell’anno, spalancandogli le porte della loro Hall of Fame, cui fanno parte anche il nonno Gianni Agnelli e la nonna Marella Caracciolo Agnelli. Per altri Lapo incarna il simbolo di una vita sregolata e spericolata. Secondogenito di Margherita Agnelli e del giornalista e scrittore Alain Elkann, e fratello di John Elkann, attuale presidente del gruppo Fiat Chrysler automobiles e di Ginevra Elkann, Lapo  il presidente della good Films, eclettica casa di distribuzione indipendente che posrta sugli schermi italiani il meglio della cinematografia contemporanea: per le loro mani sono passati successi e premi premiati agli oscar come Dallas Buyers club, Still Alice e Neruda, il film di Pablo Larrain candidato agli oscars 2017.
Il mio film preferito era Big. Vedi Tom Hanks da bambino circondato da macchinine. Io avevo proprio la fissa. Andavo da mio nonno e gli chiedevo: “Scusa, se tu fai le macchine perché non posso avere le mini-macchine anch’io?”
Lapo è puro cinema; quando ne fa una delle sue, in molti campano per settimane delle sue dis-avventure, a centinaia prendono spunto dalle sue malefatte; anche l’Hollywood Reporter, il giornale di gossip hollywoodiano più importante del pianeta ne parla.
Ripercorriamo le tappe della sua “carriera cinematografica”, magari Paul Schrader (sceneggiatore dei film di Martin Scorsese) lo chiama e lo ingaggia per scrivere il suo prossimo soggetto:
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