Il brillante avvocato Micaela Ottomano analizza l’omicidio di Sara di Pietroantonio

L’avvocato Micaela Ottomano, affascinate e brillante giurista, esperta di Diritto delle Assicurazioni e di Diritto di famiglia. Negli molte compagnie assicurative se la sono contesa. È una fuoriclasse del settore. Ha lo studio legale a Napoli e a Roma. Tenace, determinata, volitiva è da sempre attiva nella battaglia di difesa delle donne maltrattate. Per noi analizza la triste vicenda di Sara di Pietrantonio, un omicidio che ha sconvolto la pubblica opinione.

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Una giovane vita spezzata da chi diceva di averla amata. “Chiedo scusa, anche se so che non sarò perdonato. Ci tenevo a farlo di persona e non è mia intenzione chiedere sconti di pena“. Vincenzo Paduano, l’assassino di Sara di Pietrantonio si è rivolto con queste parole ai genitori della studentessa presenti in aula giorni prima che ci fosse la lettura del dispositivo della sentenza di condanna all’ergastolo. Il Giudice dell’Udienza preliminare Gaspare Sturzo ha condannato l’imputato all’ergastolo ed ha accolto pienamente la ricostruzione della procura. Paduano aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Questo rito speciale consente, in caso di condanna di ottenere uno sconto di pena pari ad un terzo. Il pubblico ministero, tuttavia, aveva chiesto al giudice monocratico di condannare l’imputato del brutale omicidio alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno. Essendo stata accolta la richiesta dell’accusa è stata irrogata la pena dell’ergastolo in quanto, in questo caso specifico, lo sconto di pena prevede il depennamento dell’isolamento diurno. Era la notte del 29 maggio del 2016 quando, nel quartiere della Magliana, Vincenzo Paduano decise di agire con una violenza inaudita uccidendo la sua ex fidanzata. Non aveva accettato la fine della relazione. L’aveva spiata per giorni, come emerge dal GPS della propria autovettura, fino a pianificare l’agguato in una via buia e isolata in cui Sara era solita passare per tornare a casa. Pochi attimi con la ragazza che, ignara di tutto e alla guida della propria piccola utilitaria, veniva speronata e costretta a fermarsi. Dopo la lite l’ha strangolata e, a omicidio ormai compiuto, ha bruciato il corpo. Non aveva mai smesso di perseguitare Sara, si insinuava nella sua vita con mail, chat e sms. “Durante la ricostruzione di questo atroce delitto è stato fondamentale al fine di sostenere la premeditazione dell’omicidio fornire prova dello stalking che Paduano ha perpetrato nei confronti di Sara”, spiega l’avvocato Micaela Ottomano, da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne. “Credo che alla base di un femminicidio ci sia un coacervo di variabili di varia natura che provocano la reazione violenta. Ogni caso purtroppo è diverso dagli altri ma ci sono elementi che si riscontrano in maniera costante in queste vicende“, spiega l’avvocato Ottomano e aggiunge: “Il rifiuto, l’abbandono provocano una ferita narcisistica che nell’uomo fragile non si rimargina anzi alimenta la violenza nei confronti della donna “responsabile”. Il femminicida è un soggetto che ha delle vere e proprie psicopatologie che non accetta il comportamento della donna, l’abbandono, al punto tale da arrivare ad uccidere la donna, considerata come un oggetto posseduto fino a poco tempo prima“. Un’aggravante che invece il giudice delle indagini preliminari aveva fatto cadere all’indomani dell’interrogatorio di garanzia dell’uomo”. Paduano per tanto tempo si è mosso da “molestatore assillante”, trasformando la vita della povera Sara in un inferno, e quando la ragazza, stanca di tutte le angherie subite, ha deciso di chiudere la relazione ha premeditato il suo omicidio, decidendo lucidamente anche di distruggere il suo corpo e la sua memoria con il fuoco. “Dal 2013 nel nostro ordinamento giuridico sono state inserite delle norme per tentare di contrastare il fenomeno dato il susseguirsi di eventi di gravissima efferatezza ai danni delle donne“, chiosa l’avvocato Micaela Ottomano e chiarisce che “la legislatura si è operata per apportare delle innovazioni. Il decreto legge del 14 agosto 2013 n.93, convertito nella legge n. 119 del 2013, contiene appunto “disposizioni urgenti per il contrasto della violenza di genere”. E’ quasi inutile insistere sull’introduzione di nuove leggi o sul cambiamento di aggravanti e attenuanti, infatti il codice penale considera già aggravanti sia l’omicidio verso persona più debole, che l’omicidio tra le mura domestiche. Inoltre, non considera affatto come attenuante l’omicidio commesso per gelosia, né quello commesso per la fine di un rapporto. L’unica attenuante considerata ancora valida dal codice penale italiano è l’omicidio commesso per infedeltà coniugale, quindi tra marito e moglie. Attualmente, tuttavia, è essenziale puntare sulla prevenzione e non solo sulla punizione. Tutela e protezione delle donna: è questo il punto nevralgico di questo fenomeno dilagante. “Questa legge – ricorda Ottomano – prevedeva anche investimenti per il potenziamento dei centri antiviolenza e per la sensibilizzazione dei media, della collettività e di tutte le professionalità che entrano in contatto con fatti di violenza di genere o di stalking. È opportuno ricordare che questa parte della legge non è stata ampiamente applicata“. Le donne che hanno subito violenza grazie alle nuove disposizioni se denunciano la querela diventa irrevocabile, ossia una volta che è stata esposta non può più essere ritirata in modo da allontanare la vittima dal rischio di nuove intimidazioni anche se, le recenti statistiche ci dicono, che questo rischio non è né diminuito né controllabile perché non esiste alcun tipo di vigilanza e controllo sul soggetto autore di minacce e violenze.

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